I Giganti di Mont’e Prama a 50 anni dalla scoperta: nuovi cantieri e laboratorio di restauro

Si è chiuso un anno positivo per il Museo civico e i siti gestiti dalla Fondazione Mont’e Prama: 156.071 biglietti staccati ed entrate per 661.065 euro, rispettivamente in aumento del 17 per cento e del 25 per cento rispetto al 2022. Confortanti anche le macro-analisi relative alla presenza di visitatori stranieri: alla conferma di francesi tedeschi e spagnoli, si aggiunge la novità del grande incremento di ospiti provenienti da Stati Uniti (più 165 per cento) e Svizzera (più 75 per cento).

“Il 2023 è stato l’anno dei grandi numeri, quello durante il quale si è avviata una nuova fase del consolidamento della Fondazione insieme alla costituzione della nuova area scientifica, composta da un direttore e da tre archeologhe specializzate, che si occuperanno dello sviluppo delle ricerche in collaborazione con gli organi competenti”, ha detto Anthony Muroni, presidente della Fondazione.

Nel 2024 viene confermata, oltre al Museo civico, alla città di Tharros e alla torre spagnola di San Giovanni, l’apertura delle visite al sito archeologico di Mont’e Prama e all’ipogeo di San Salvatore. Un risultato possibile grazie all’apertura dei cantieri per i lavori di infrastrutturazione e messa in sicurezza a Mont’e Prama (dove sono in corso scavi a cura della Soprintendenza) e nel Centro servizi del Villaggio di San Salvatore, mentre entro poche settimane apriranno quelli per la ristrutturazione del vecchio Museo civico (dove l’amministrazione comunale sta completando il cantiere della nuova Sala dei Giganti), per la realizzazione del Parco del Museo e dei nuovi uffici.

La novità dell’anno delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario dalla scoperta dei Giganti di Mont’e Prama sarà quella della contemporanea apertura di un laboratorio di restauro visibile dal pubblico, che verrà aperto nei mesi di febbraio e aprile 2024 ad opera della Soprintendenza di Cagliari, Oristano e Sud Sardegna e dentro il Museo civico, e della nuova esposizione temporanea del complesso statuario di Mont’e Prama presso la Sala del Paesaggio, attigua al Museo. Il progetto, curato dal responsabile scientifico della Fondazione, Giorgio Murru, prevede la possibilità di ammirare le statue nella loro tridimensionalità, come mai accaduto finora a Cabras. 

Il 2024 sarà anche quello dell’apertura di nuovi cantieri di scavo: la Fondazione presenterà in questi giorni richieste di concessione per i siti di “Conca Illoni” e “Cannevadosu”, oltre che per un’accurata e profonda prospezione dello stagno di Cabras. “Vogliamo portare avanti una triennalità di lavori per provare a riscrivere la storia del Sinis e dell’uomo preistorico. La ricerca archeologica nel sito di Mont’e Prama andrà a vanti per lungo tempo sotto la guida della Soprintendenza e anche a Tharros continueranno gli scavi universitari; dal canto suo la Fondazione implementa con ulteriori tre scavi, un’indagine che mira ad avere un quadro più preciso sulla frequentazione e l’antropizzazione del Sinis già a partire dal Neolitico”, afferma il direttore scientifico Giorgio Murru. Si inizierà con una serie di indagini di scavo a Conca llloni, una penisola che si trova sulla costa occidentale dello stagno di Cabras, dove sono già stati ritrovati dei reperti di figure femminili di dea madre.

“Altro sito di scavo sarà il nuraghe di Cannevadosu – prosegue il direttore Murru -, da dove proviene un modello importante di nuraghe complesso, sulla cui parete è rappresentata una figura umana. Ci aspettiamo che questo scavo con molta probabilità ci darà una risposta forte sugli insediamenti di epoca precedente a Mont’e Prama. Fondamentale sarà poi la prospezione della laguna, un’indagine conoscitiva eseguita con una esplorazione subacquea che partirà proprio da Conca Illoni e proseguirà a campione in punti diversi per capire cosa la laguna potrà restituire rispetto alla presenza umana nel tempo, fino ad arrivare ai nostri giorni”. 

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