La carcassa del piccolo delfino, scuoiata e spolpata, è stata ritrovata a Golfo Aranci, nella spiaggia “dei baracconi” da un bagnante che ha subito avvertito l’ufficio marittimo. “Goccia“, così era stato chiamato era il più piccolo della famiglia di sette delfini che da anni vive e nuota nelle acque attorno a Capo Figari, in Gallura.
L’Ufficio circondariale marittimo di Golfo Aranci ha aperto un’indagine. Dall’esame eseguito questa mattina dai veterinari dell’Area Marina Protetta sarebbero evidenti graffi causate dalle reti. Ora la carcassa del cucciolo di delfino, che è stata svuotata di tutta la sua parte commestibile, è stata spostata e verrà sottoposta ad ulteriori accertamenti per individuare eventuali responsabili. “Goccia” faceva parte di un gruppo di cetacei che da anni vive nelle acque fra Capo Figari e l’isola di Figarolo, era uno delle attrazioni dei turisti che, soprattutto nel periodo estivo, effettuano escursioni in mare, proprio alla loro ricerca. I responsabili, qualora venissero individuati, potrebbero incorrere in pene molto severe per il reato di “cattura e detenzione di specie animale protetta”.
Sul caso di Goccia è in arrivo da parte della Protezione animali (Enpa) che ha già attivato il proprio ufficio legale. “Si tratta di un fatto gravissimo e inaccettabile, un gesto di una violenza così efferata da far gelare il sangue” commenta Emanuele Deiana, consigliere nazionale dell’Enpa che lancia l’allarme sulle conseguenze del consumo di carne di delfino sulla salute umana, perché “tossica“.