Arrivederci, Francesco!

La gioia dei giovani che hanno accolto il Papa. Canti e balli fino a notte nel centro di Cagliari

Sveglia all’alba, da ore in giro sotto un sole ancora estivo per le strade cagliaritane, eppure questi ragazzi non sembrano stanchi dopo una giornata così intensa. Sono le sette di sera, Papa Francesco ha appena salutato le migliaia di persone che hanno affollato il Largo Carlo Felice allestito a festa per il grande evento. Hanno ballato e cantato nell’attesa, hanno battuto le mani, sventolato bandiere, improvvisato cori da stadio per il papa-star, si sono riscaldati con l’inno ufficiale di “Getta le tue reti” e infine hanno accolto l’ospite tanto atteso in un tripudio di grida festose. Decine di migliaia da tutta la Sardegna, sono arrivati qui al seguito di parrocchie e associazioni.

Francesco è già sulla strada per Elmas, destinazione Roma, ma qui la festa non finisce. Canta e balla ancora insieme ai giovani della Diocesi cagliaritana Federica Bande, 24 anni: fino a ieri una ragazza come le altre, oggi l’abbiamo vista nel maxischermo e in tutte le tv salutare il Pontefice con “Buonasera papa Francesco, anzi, Ciao”. E’ stata la prima dei sei ragazzi che dal palco hanno parlato direttamente al Papa, lo hanno abbracciato e salutato. Emozionata per questo incontro? “Certo non capita tutti i giorni di parlare con un Papa, è stata un’esperienza molto forte. Posso conservare questi ricordo con una gioia grandissima. E ci ha lasciato delle bellissime riflessioni da non ignorare”.

Dopo di lei hanno preso la parola Ivano Sais, Valentina Dessì, Gloria Mancuso, Emanuele Dessì, Andrea Pani e Sara Falqui: chiedono speranza, incoraggiamento nella loro fede. Le risposte del papa arrivano puntuali, richiamano ovazioni e applausi soprattutto quando ricorda che ieri era sessantesimo anno dalla sua vocazione, quando ricorda Antonia Mesina o invita a fidarsi di Gesù o a pregare la Madonna di Bonaria.

Tra i ragazzi in arrivo da lontano ci sono i giovani seminaristi di Nuoro: “Un discorso toccante, per noi un sostegno alla vocazione e un aiuto a scegliere la giusta direzione” commenta Filippo Muggioni, 15 anni. “Cosa avrei chiesto io al Papa? Gli avrei chiesto se è orgoglioso della nostra generazione”, dice Elia Floris, anche lui quindicenne. Per le sorelle Angelica e Roberta Puggioni, arrivate qui stamattina in bus con il gruppo “Dopo Cresima” di Osilo, questo Pontefice è “Una forza della natura che riesce a trasmettere speranza, ci fa credere che quello che facciamo non è vano. E da coraggio ai ragazzi perché non si vergognino della propria fede”. Con loro anche Maria Pulinas: “Se fossi stata io su quel palco gli avrei domandato se crede che un giorno saremo davvero tutti uguali, senza differenze”. Un discorso, quello di Papa Bergoglio, che ha trasmesso anche incoraggiamento e grinta agli animatori di oratorio, come sottolinea la loro accompagnatrice, Margherita Pinna.

Si balla ancora qui nel Largo, nonostante la lunga veste nera da sacerdote è scatenato al ritmo di gospel anche don Alberto Pistolesi, coordinatore del personale giovanile cagliaritano: “I ragazzi si sono fatti portavoce di tante domande spirituali, hanno voluto capire dove trovare la forza interiore per essere davvero significativi in questa società”. Le risposte, a giudicare dai sorrisi e dalla festa che non vuole fermarsi, l’hanno trovata.

Francesca Mulas

 

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