Folla ai funerali di Nenè a Cagliari: Gigi Riva dà l’addio al campione brasiliano

Riva accanto a lui anche il giorno dell’ultimo saluto: quando la bara si è fermata davanti all’altare, Rombo di Tuono ha steso sopra la maglietta bianca con i bordi rossoblù e il numero 8. La maglia di Nenè, il suo caro amico, scomparso sabato mattina all’età di 74 anni. Compagno di squadra nell’anno dello scudetto 1970, ma anche prima e dopo il tricolore: tutti e due avevano lasciato il calcio giocato nel 1976. È stato il momento più toccante dei funerali di Claudio Olinto de Carvalho. Per tutti Nenè. Basilica di Bonaria gremita per l’addio al campione brasiliano. Quando la bara è entrata in chiesa è scoppiato un applauso. E tanti hanno gridato: “Forza Nenè”, come se stesse entrando in campo contro l’Inter o il Saint Etienne. A salutarlo, insieme a Riva, anche Poli, Reginato, Tomasini, Greatti e Brugnera, gli altri dello scudetto. “Senza di lui difficilmente il Cagliari avrebbe ottenuto questi risultati”, ha detto Riva all’uscita dalla basilica. “Oggi è un gran dolore per un grande uomo e grande calciatore: grinta, determinazione. Sapeva fare di tutto: attaccare, ma anche marcare l’uomo più pericoloso. Lo ringrazio per quello che ha fatto per tutti noi”.

Poi ancora un avversario, Cuccureddu, rivale di Nenè in tante partite contro la Juventus. E ancora: Copparoni, Quagliozzi, Roccotelli, Piras. E poi i giocatori del Cagliari di oggi: insieme al ds Stefano Capozucca c’erano Joao Pedro e Farias, brasiliani come Nenè. “Viviamo di ricordi intensi – ha detto nell’omelia l’arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio – i sardi e la Sardegna non dimenticano Nenè e gli dicono grazie. Grazie anche a chi in questi ultimi anni gli è stato vicino ricambiando l’affetto che Nenè ha dato a questa terra”. A parlare dall’altare anche monsignor Pier Giuliano Tiddia. “È la seconda volta in pochi giorni – ha sottolineato – che ci ritroviamo qui dopo il saluto al presidente Mariano Delogu. Di Nenè si ricorda la sua capacità atletica. Io amo ricordarlo anche come credente. Era maggio 1966: c’era una partita rischiosa con il Foggia, la squadra era in ritiro al Motel Agip. I giocatori andarono nel vicino seminario. Nenè, mi chiese di confessarsi, manifestando la fede che portava con sè da bambino”. Presente anche il sindaco di Cagliari Massimo Zedda. E omaggio dagli Sconvolts fuori dalla basilica con un maxi striscione: “Ciao Claudio, leggenda rossoblù”.

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