Figli contesi e bigenitorialità negata. Tempi biblici nei tribunali

Una battaglia infinita, troppo lunga in proporzione alla vita ancora troppo breve di un bambino di cinque anni. Una battaglia combattuta dal padre, e dai nonni paterni, per poter vedere, abbracciare, educare e crescere il piccolo, anche dopo la separazione con la madre. Una battaglia che per forza di cose finisce nelle aule di un tribunale e passa per duelli a colpi di denunce e udienze. Ma il tribunale, quello di Tempio, è in una situazione disastrosa, con i faldoni accatastati sulle scrivanie e tempi biblici per l’analisi delle cause.

Così un imprenditore di 45 anni di Olbia è arrivato all’ottavo mese consecutivo senza poter vedere suo figlio, dopo che in passato le visite gli erano già state negate per quasi un anno intero. Anni che nella vita del piccolo Giovanni (nome di fantasia ndr) sono quelli fondamentali, in cui costruire e consolidare il rapporto con entrambi i genitori. Nei giorni scorsi si attendeva un provvedimento del giudice che stabilisse i termini della separazione e soprattutto le modalità di visita al piccolo, ma l’ennesimo ostacolo giudiziario ha fatto saltare tutto.

Così le avvocate che seguono l’uomo hanno deciso di segnalare tutto prima al presidente del Tribunale di Tempio, Giuseppe Magliulo e poi, con un esposto, alla Procura della Repubblica. Il mancato provvedimento, dopo molti mesi di attesa vana, è la goccia che fa traboccare il vaso. Alla base dell’ennesimo rinvio c’è un problema di incompatibilità del giudice che aveva in carico la vicenda, ricusata dai legali della madre del piccolo. “Ma questo non doveva influire – spiegano  Maria Antonietta Masia e Maria Luisa Ruiu, del Foro di Nuoro -. Al di là della ricusazione del giudice riteniamo che dovessero essere assunti provvedimenti urgenti a tutela di un minore. Nessuno invece ha assunto l’incarico. È una questione delicata, il padre non vede il figlio da otto mesi. Abbiamo insistito perché si trattasse ugualmente considerato che c’era di mezzo un minore, abbiamo portato la questione anche al vaglio del presidente del tribunale”. 

La bigenitorialità

 Una vicenda in cui il tempo è un fattore determinante, una storia di bigenitorialità negata dai tempi biblici della giustizia. Una vicenda come molte altre, storie di separazioni e liti tra genitori in cui a perdere sono solo i figli, spesso molto piccoli, con un percorso di formazione da compiere in cui la presenza di entrambi i genitori è basilare. Storie in cui sempre più spesso sono i padri a rinunciare, nonostante il loro desiderio di prendersi cura dei propri figli, a mollare la presa dopo  un percorso a ostacoli sempre più insormontabili, e spesso ad accontentarsi di un diritto alle visite una tantum.

Il principio di bigenitorialità è il principio etico in base al quale un bambino ha una legittima aspirazione, vale a dire, un legittimo diritto a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori, anche se separati o divorziati. Per l’ordinamento italiano, soprattutto a partire dalla riforma del 2006 che ha introdotto l’affido congiunto o condiviso, non devono esistere impedimenti che giustifichino l’allontanamento di un genitore da suo figlio.

La vicenda

Ma per il piccolo Giovanni questo principio sinora non è valso, nessun giudice ancora lo ha riconosciuto. E in attesa di un provvedimento, che tarda ad arrivare a causa della disastrosa situazione di Tempio, la sua vita è condizionata da continue battaglie. Giovanni non vede suo papà da otto mesi, oltre a non averlo avuto vicino per più di un anno nel 2017 (suo primo anno di vita), è stato battezzato all’insaputa del padre e della famiglia paterna, non vede i suoi nonni (figure fondamentali nella sua crescita), chiama papà il nonno materno, sostiene di non voler vedere l’uomo che sta combattendo per potersi avvicinare a lui. Vicende e atteggiamenti tossici per un bimbo così piccolo, certificati e messi nero su bianco dalle relazioni dei servizi sociali dei servizi educativi territoriali che hanno parlato a lungo e più volte con il piccolo e che ammoniscono sull’importanza del rispetto del principio di bigenitorialità.

Ora per il padre di Giovanni non resta che la strada della sensibilizzazione, mentre attende che un nuovo giudice prenda in esame il suo pesante fascicolo e arrivi finalmente a un provvedimento che metta ordine e ponga le basi per una crescita serena del piccolo. “Ci sono moltissimi casi analoghi, padri che non vedono i propri figli e attendono risposte dai tribunali in trafile lunghissime e snervanti che si aggiungono al perenne senso di impotenza che vive chi vorrebbe partecipare attivamente alla vita del proprio figlio ma non gli è consentito”. Situazioni che diventano cicatrici indelebili nella formazione di un bambino e che spesso favoriscono situazioni di disagio che rimanifestano con il passare degli anni.

Marzia Piga

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share