Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver partecipato a Roma alla deposizione della corona di fiori all’Altare della Patria, è arrivato a Cagliari, dove si celebra il Giorno dell’Unità nazionale e la Giornata delle Forze armate.
Il capo dello Stato è stato ricevuto dal ministro della Difesa, Guido Crosetto e dal capo di Stato maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, prossimo presidente del Comitato militare della Nato, nello spazio allestito all’interno del porto, nella Calata via Roma. Con loro il governatore della Sardegna Christian Solinas e il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu.
Al via le celebrazioni che prevedono la decorazione di cinque bandiere – tre dell’Esercito, una dell’Aeronautica e una dell’Arma dei carabinieri – la sfilata dei vari reparti militari e il passaggio delle Frecce tricolori. Dal porto, poi, risuoneranno le 21 cannonate a salve dalla nave Alpino. Presente alla cerimonia anche la Bandiera di Guerra della Guardia di Finanza che arriva per la prima volta nell’Isola.
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“Oggi, con orgoglio, possiamo dire che Cagliari è la capitale d’Italia”. Così il tenente colonnello della Brigata Sassari, Marco Mele, a margine delle celebrazioni per la Giornata dell’Unità Nazionale e Festa delle Forze Armate.
“Il 4 novembre è tradizionalmente una giornata dal duplice significato – afferma l’ufficiale addetto alla comunicazione della Brigata – Da una parte è l’espressione solenne di riconoscenza e gratitudine del Paese verso chi ci ha lasciato in eredità un patrimonio di valori inestimabili. Dall’altra è un monito per le nuove generazioni a non dimenticare le grandi sofferenze e i sacrifici patiti durante le due Guerre mondiali. È un momento importante, che stamani a Roma, il presidente della Repubblica ha sublimato col più nobile dei gesti: la deposizione di una corona d’alloro sul sacello del milite ignoto”.
“Commemorare il Giorno dell’Unità nazionale e la Giornata delle Forze Armate – prosegue Mele – significa dedicare la giusta attenzione a un momento di portata nazionale, non solo celebrativo, ma dal forte carattere storico-culturale, che serve a mantenere viva nelle nuove generazioni una coscienza collettiva sulle radici e sull’identità nazionale. Ecco perché durante tale ricorrenza è giusto rievocare e onorare la memoria di tutti coloro che hanno sacrificato, nel tempo, il bene supremo della vita per l’Italia”.