Fermato all’aeroporto di Elmas con quattro detonatori nella valigia: interrogato e subito rilasciato. Un test dell’Enac?

“Ieri sera all’aeroporto di Cagliari-Elmas è stato fermato un uomo che tentava di imbarcarsi con quattro detonatori nella valigia”. Lo scrive il parlamentare Mauro Pili nel suo profilo Facebook, che in merito ha preannunciato un’interrogazione urgente al ministro degli Interni Angelino Alfano.

Il fatto è stato confermato da fonti interne ma la vera notizia è un’altra: l’uomo, dopo un colloquio con gli agenti di Polizia in servizio nello scalo cagliaritano, è stato rilasciato e subito dopo si è imbarcato sul volo successivo. Ignote la destinazione e, al momento, le generalità dell’uomo.

Si parla però di un italiano, molto elegante – giacca e cravatta, sacca Louis Vuitton – fermato dagli addetti alla sicurezza dello scalo cagliaritano mentre tentava di raggiungere i gate d’imbarco.

Quando l’uomo ha poggiato la sacca sul nastro trasportatore per il controllo ai raggi x, gli addetti si sono subito accorti della presenza di quattro detonatori e di un coltello e hanno immediatamente avvisato gli agenti di polizia.

“Li ho trovati a casa, molto probabilmente erano di mio nonno”, ha detto il sospettato prima di essere scortato dagli agenti verso il presidio della Polizia di frontiera.

Cosa abbia riferito agli inquirenti rimane un mistero. Sta di fatto che dopo l”interrogatorio’ l’uomo è stato rilasciato e gli è stato permesso di imbarcarsi, probabilmente lasciando a terra i detonatori.

Le ipotesi. Gli addetti ai lavori ipotizzano che l’uomo in questione potesse essere un ispettore dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, impegnato in una ‘prova sul campo’ con l’obiettivo di verificare i livelli di sicurezza dell’aeroporto di Elmas. Si parla anche di un giornalista, anche se questa ricostruzione è la meno probabile, visto che le conseguenze sarebbero state molto più serie.

I detonatori. Secondo le prime informazioni, i detonatori rilevati dallo scanner a raggi x erano molto simili a quelli impiegati nelle miniere. Si tratta di strumenti elettrici, che contengono una carica di esplosivo (di solito fulminato di mercurio o polvere pirica) e  vengono messi in funzione con una semplice batteria e un interruttore. Di certo, anche ammesso che si parli di un tentativo di attentato – e visto il finale della vicenda, non sembra questo il caso – lo stesso terrorista avrebbe perso la vita, visto che solo lui poteva azionare i detonatori. Molto più probabile, a questo punto, l’ipotesi Enac. E se così fosse, lo scalo cagliaritano avrebbe passato l’esame a pieni voti.

P. S. 

 

 

 

 

 

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