Errore nel concorso, la replica del Gal: ‘Tutto regolare, rispettiamo le sentenze’

“Il giudice ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte. Ha deciso per il risarcimento del danno a Murgia e di mantenere sul posto di lavoro chi è stato dichiarato vincitore dalla commissione d’esame”.

Sono le parole di Salvatorangelo Planta, presidente nel Consiglio di amministrazione del Gal Sarcidano-Barbagia di Seulo. Risponde così alle polemiche sul concorso per un posto da dipendente sollevate da Giancarlo Murgia, candidato secondo classificato in graduatoria ma poi risarcito dal giudice del Lavoro per due punti non assegnati dalla commissione d’esame. Due punti che l’avrebbero fatto vincere. “Sotto l’aspetto umano capisco benissimo la situazione di chi si sente danneggiato – spiega Planta -, la questione scaturita da questo concorso personalmente mi ha dilaniato. Dà onestamente fastidio anche dal punto di vista lavorativo perché in questi anni posso dire che il Gal ha operato bene”.  

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Sulla vicenda  in particolare, che ha visto il Gal costretto a un risarcimento di oltre 40mila euro, Planta è chiaro: “Abbiamo già pagato tutto il dovuto, noi abbiamo una sentenza a cui rendere conto e le decisioni dei giudici vanno sempre rispettate. Nel caso facessimo il contrario, ipotizzando ad esempio il licenziamento del dipendente, si aprirebbe un altro fronte giudiziario. Non possiamo farlo. In tutto questo poi non comprendiamo perché Murgia non abbia fatto ricorso in Cassazione”. 

Poi un riferimento all’accusa sui mancati controlli dei requisiti posseduti dai candidati: “Anche questo è stato esaminato dai giudici nella sentenza d’appello, l’hanno considerata una questione non rilevante. I controlli sono stati fatti – prosegue -, il concorso è stato gestito da una commissione esterna che secondo il giudice non ha valutato due punti: se c’è stato un errore questo è stato in capo alla commissione. Tra l’altro nel 2011, dopo la pubblicazione della graduatoria avevamo immediatamente chiesto di rivedere tutti gli atti per verificarne la correttezza e dalla commissione ci avevano detto di aver fatto i controlli del caso”.

Andrea Deidda

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