Dal primo agosto potrebbero trovarsi senza lavoro molti dei 1.300 installatori di impianti (57mila in tutto il Paese) che operano nel settore dell’energia da fonti rinnovabili in Sardegna. L’allarme arriva da Confartigianato Sardegna: è la conseguenza del decreto legislativo 28/11 che recepisce una direttiva europea che impone, quale requisito per poter effettuare interventi di installazione nel settore delle rinnovabili, percorsi di qualificazione professionale per i responsabili tecnici delle aziende (titolari e dipendenti). “Ma – spiega Confartigianato – mentre per i laureati e i diplomati agli istituti tecnici la legge non prevede obblighi di formazione, e per i diplomati di scuola professionale impone un corso di 80 ore, non c’è alcun riferimento a titolari e dipendenti in possesso del titolo di studio della scuola dell’obbligo e dell’esperienza maturata in anni di lavoro. In pratica a questi imprenditori si nega sia il riconoscimento delle competenze acquisite sia la possibilità di svolgere corsi di aggiornamento professionale”. “Si tratta di una disposizione discriminatoria e non accettabile – afferma il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu – che impedisce di lavorare a migliaia di imprenditori che da anni svolgono con competenza la propria attività”. Confartigianato, a livello nazionale è intervenuta presso il ministero dello Sviluppo Economico per sollecitare la modifica della legge “che – sottolinea Murgianu – presenta profili di incostituzionalità poiché crea una barriera ingiustificata all’attività imprenditoriale, finendo per estromettere dal mercato migliaia di aziende”.
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