Decimoputzu, quel tanfo terrificante che arriva dalla centrale a biomassa

Alla Centrale a biomassa di Decimoputzu continuano ad arrivare camion carichi di materiale del quali non è chiara la natura, ma è ben avvertibile l’odore. Una puzza terribile che raggiunge le case vicine e anche quelle del paese, che dista due chilometri. Di che si tratta e da dove viene? E’ la domanda che, assieme alle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, pone il Comitato Terrasana che dal novembre del 2012, cioè da quando la realizzazione dell’impianto fu avviata senza che la popolazione locale fosse stata né informata né il alcun modo consultata, anima la protesta.

Una domanda analoga era stata già posta all’inizio di quest’anno. E la società titolare dell’impianto (la Agrifera di Milano) aveva assicurato che, nonostante quell’odore terribile, le cisterne e i camion non trasportano liquami o rifiuti di natura organica (che sarebbero vietati). Tuttavia, fanno notare gli ambientalisti, non risulta che siano stati effettuati dei controlli per accertare la natura dei materiali trasportati e la loro provenienza.

Ma su quest’ultimo aspetto esiste un’ipotesi: che i materiali bruciati nella centrale provengano dai campi di Villacidro, distanti una quarantina di chilometri. Ed ecco l’altra domanda, che gli ambientalisti definiscono ‘banalissima e ancora impellente’: perché la Agrifera non ha realizzato il suo impianto a Villacidro?

Infatti, fanno notate le associazioni, “la produzione di energia elettrica da biomassa ha un senso positivo – sul piano ecologico e sociale – quando è situata presso il luogo di “produzione” della biomassa stessa, presso la stessa (o le stesse) azienda agricola dal cui ciclo produttivo deriva. In caso diverso, non ci vuole particolare fantasia per ipotizzare motivazioni puramente speculative”.

Un sospetto – secondo Gruppo di intervento giuridico, Amici della Terra e Comitato popolare Terrasana – rafforzato in queso caso dal fatto che la centrale di Decimoputzu  sorge su terreni che il Puc qualifica come “zona agricola E1” ed è molto discutibile (anzi, la giurisprudenza costante va in senso contrario) che in aree così qualificate si possano creare impianti di carattere industriale per la produzione dell’energia elettrica. Tanto più che questo impianto (una centrale a biomassa da 999 kWe, 1 in meno della soglia oltre la quale devono esser preliminarmente svolti i procedimenti di valutazione d’impatto sull’ambiente) è stato autorizzato (il 29 giugno del 2012) dal Servizio Energia dell’Assessorato dell’industria della Regione col parere contrario del comune di Villaputzu.

Ma la prima di tutte le domande (che adesso è stata rivolta anche alla magistratura) resta la più scontata: cosa portano quei camion? Qual è la causa di quella puzza terribile che invade le campagne?

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