Crollo ponte a Genova, la Sardegna pronta a inviare uomini e mezzi

Non si ferma il conto delle vittime provocate del crollo del ponte Morandi a Genova: nel corso della notte, secondo gli ultimi dati del Viminale, il bilancio è salito a 39 morti, di cui 3 non identificati. Tra loro anche un bambino di 8 anni e due adolescenti di 12 e 13 anni. È sceso, invece, a 15 il numero dei feriti ricoverati negli ospedale, tra cui 12 in codice rosso: una persona è stata infatti dimessa nella tarda serata di ieri. Tra le persone ancora ricoverate c’è Davide Capello, 33 anni di Nuoro, ex giocatore Cagliari (due presenze in serie B) ora portiere del Legino, squadra ligure della provincia di Savona, dove vive e dove fa il vigile del fuoco. La sua auto è precipitata da un’altezza di circa 80 metri e lui è rimasto incastrato nell’abitacolo. È riuscito a uscire da solo dalla vettura, dal lunotto posteriore, andato in frantumi dopo l’impatto con il terreno, poi ha chiamato aiuto ed è stato soccorso dai vigili del fuoco. In giornata dovrebbero arrivare i familiari, partiti in nave dalla Sardegna, il padre Franco e la madre.

L’ex portiere del Cagliari ieri ha subito chiamato il padre per dire che stava bene, raccontando quanto era appena accaduto. “Babbo è precipitato il ponte io stavo passando e sono caduto con l’auto. Non ti preoccupare sono salvo”, ha detto Davide al genitore, tranquillizzandolo, poi è stato trasportato in ospedale, dove si trova ancora ricoverato. “Vorrei tornare al più presto in servizio – ha dichiarato alla stampa l’ex portiere rossoblù – vorrei andare ai aiutare i colleghi sul luogo del crollo”. La Sardegna ha già dato la piena solidarietà e disponibilità a inviare sul luogo uomini e mezzi per aiutare i soccorritori.
“La Protezione civile della Sardegna è pronta ad aiutare chi sta operando in queste difficili ore, in piena collaborazione con il Dipartimento nazionale e tutte le autorità locali”. Così Donatella Spano, assessora della Difesa dell’ambiente della Regione Sardegna con delega alla Protezione civile che, dopo il crollo del ponte di Genova, ha scritto all’omologo assessore regionale della Liguria, Giacomo Raul Giampedrone, e al capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile, Angelo Borrelli, per dare piena disponibilità a prestare soccorso. LO stesso governatore Francesco Pigliaru lo ha confermato ieri sera pubblicando un post sul suo profilo Facebook. “A nome di tutta la Sardegna esprimo la nostra commossa vicinanza alle famiglie delle vittime del disastro di Genova“. Lo ha scritto su Facebook intorno alle 21 il presidente della Regione, Francesco Pigliaru. Che ha sottolineato: “La Protezione civile sarda è pronta ad aiutare chi opera in queste drammatiche ore, in collaborazione con il Dipartimento nazionale e le autorità locali”.

Per tutta la notte i vigili del fuoco, la Protezione civile e tutti gli enti coinvolti hanno scavato tra le macerie in cerca di superstiti e continueranno a farlo oggi. Al momento due delle tre aree di ricerca sono state bonificate: si tratta di quella che si trova sul lato sinistro del fiume, dove ci sono i depositi dell’Amiu – l’azienda ambientale del Comune di Genova -, e di quella al centro del Polcevera, dove ci sono i resti di diversi mezzi pesanti e di auto schiacciate da un enorme pezzo di ponte conficcato nel terreno. Le ricerche invece continuano nella zona della ferrovia, lungo il lato destro del fiume: lì i vigili del fuoco stanno scavando sia attorno ai resti del pilone sia poco più in là, dove sotto un pezzo di ponte crollato si è aperto una sorta di cratere con ancora dei mezzi all’interno.

Oggi a Genova arriveranno i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Dopo un sopralluogo, i ministri parteciperanno a una riunione con il premier Giuseppe Conte, rimasto nella notte a Genova e che in mattinata visiterà i feriti ricoverati negli ospedali San Martino e Stalla, e con le autorità locali per fare il punto della situazione e decidere modi e tempi dei primi interventi da realizzare: risolvere il problema della circolazione nel nodo di Genova e abbattere quel che resta del ponte.

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