Il solaio era già sovraccaricato eccessivamente nel 1976 – 47 anni fa – quando venne fatto rifare il pavimento senza demolire quello esistente. Così il crollo all’Università, quando è venuta giù la palazzina a due piani che ospitava la facoltà di Lingue nel polo umanistico di Sa Duchessa, secondo la perizia depositata alla Procura di Cagliari dall’ingegnera Cristina Onnis non sarebbe stato determinato dal peso dell’impianto di climatizzazione, ma dal suo ribaltamento sul solaio.
Secondo la consulenza del perito, l’edificio era alimentato da un impianto di climatizzazione aria-acqua, e le unità interne erano collegate a quella esterna attraverso un’unica tubazione che aveva il compito di convogliare l’acqua per il riscaldamento. “Una pompa di calore si stacca e trascina quella a fianco e poi l’altra ancora, fino a portarsi dietro l’unità esterna. A questo punto la macchina si ribalta e colpisce un travetto che cede”, si legge nella relazione tecnica dell’ingegnera Onnis. Si è creato così un effetto domino terminato con il crollo dell’edificio, fortunatamente avvenuto nella notte e dunque quando le aule erano vuote. “A causa del cedimento di un travetto, evento di per sé non così funesto, si è generato un crollo sproporzionato e progressivo che ha determinato il cedimento di tutto il solaio che si è adagiato come una tovaglia su quello sottostante”, riporta la perizia citata dall’Unione Sarda.