Crisi, riparte la mobilitazione dei sindacati: “Pronti allo sciopero generale”

Riparte la mobilitazione dei sindacati e annunciano un autunno caldissimo. Cgil, Cisl e Uil sono sul piede di guerra e chiedono risposte alle urgenze della Sardegna. Sarà una stagione di lotta: assemblee, scioperi territoriali senza escludere forme radicali di protesta, come lo sciopero generale. Tutto sarà deciso il 23 ottobre nel corso dell’Assemblea generale dei quadri e delegati alla Fiera di Cagliari “che – hanno spiegato i rappresentanti sindacali – sancirà una forte e duratura mobilitazione del sindacato per cambiare una situazione divenuta ormai insostenibile“. La riunione unitaria di oggi a Cagliari dei comitati esecutivi di Cgil, Cisl, Uil, segretari generali territoriali e di federazione, è stata l’occasione per esaminare la drammatica situazione dell’isola.

“A partire dalle grandi emergenze tutte in piedi – ha affermato Oriana Putzolu, segretaria Cisl – servono politiche attive sul lavoro, il rilancio del settore produttivo, serie politiche di riforme istituzionali e un sistema del welfare”. I sindacati lanciano un nuovo appello alla Giunta regionale e attendono risposte sul rilancio della crescita e dell’occupazione regionale, sul futuro degli assetti energetici e industriali dell’isola, sulla garanzia degli ammortizzatori sociali per 30mila lavoratori delle duemila realtà in crisi. Ancora, rilanciano sulla vertenza entrate e sollecitano l’apertura di un Tavolo Stato-Regione finalizzato a ridurre il precariato che registra oltre 100mila lavoratori. “Serve un atto di responsabilità da parte del Governo regionale. La smetta di inseguire chimere propagandistiche come le zone franche integrali o senza glutine e si occupi del problema del lavoro anche per dare garanzie a tante famiglie che non sanno cosa mettere sulla tavola”, afferma Michele Carrus, segretario Cgil. Per Francesca Ticca, segretario Uil, “manca una idea di sviluppo. La preoccupazione si acuisce in un momento in cui il governo nazionale è concentrato sulla stabilità politica e restano fuori le grandi emergenze di interi territori della Sardegna”.

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