Lo sciopero del trasporto aereo ha impedito l’arrivo a Cagliari di numerosi avvocati e imputati provenienti da tutta Italia che avrebbero dovuto partecipare all’udienza del processo per la presunta bancarotta milionaria del gruppo editoriale Epolis e della sua agenzia pubblicitaria, la Publiepolis. Un crac da circa 130 milioni di euro, almeno secondo le ipotesi della Procura che, dopo l’indagine del sostituto Giangiacomo Pilia, ha ottenuto il rinvio a giudizio degli ex editori Nicola Grauso e Alberto Rigotti, più altri ex amministratori e consiglieri delle due società. Il presidente del collegio della seconda sezione penale del Tribunale, Massimo Poddighe, constatato il legittimo impedimento di vari avvocati e imputati, è stato costretto a far saltare l’udienza, rinviandola al 4 maggio prossimo. Il gruppo Epolis per alcuni anni ha pubblicato 19 quotidiani locali in tutta Italia: il suo fallimento – decretato nel 2011 – ha fatto perdere il lavoro ad un centinaio di giornalisti, molti dei quali ora costituitisi parte civile. Accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta, documentale e per distrazione, ci sono, oltre al fondatore del gruppo Nicola Grauso e al suo successore Alberto Rigotti, anche Sara Cipollini, Vincenzo Maria Greco e Francesco Ruscigno. Più lievi le imputazioni per gli altri imputati Alessandro Valentino, Michela Veronica Crescenti, Rosalba e Rosanna Chielli, Anna Abbatecola, Franco Manconi, Giuseppe Virga, John Gaethe Visendi, Claudio Noziglia, Mauro Marciano, Stefano Gobbi e Franco Raia.
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