Covid, sardo ancora bloccato in Nigeria: “Voglio poter vedere nascere mio figlio”

Vorrebbe assistere alla nascita di suo figlio. Ma ancora è in Nigeria: da dicembre sta cercando di tornare a Cagliari ma i problemi legati ai trasporti per gli strascichi del lockdown gli impediscono di riabbracciare moglie e familiari. Protagonista Massimiliano Angius, 52 anni, ingegnere edile in trasferta nel Paese centroafricano. Dal consolato italiano in Nigeria arrivano comunicazioni non confortanti: “I pochi voli charter sono insufficienti alle enormi richieste”. Anche se c’è qualche rassicurazione: “Lei è nella nostra mailing list”, gli è stato detto dai funzionari. In serata forse la situazione si è sbloccata:  il problema, anche dopo l’appello dei familiari dall’Italia, sarebbe stato risolto grazie all’intervento dell’Ambasciata italiana del Paese centroafricano.

In giornata era arrivato il drammatico appello della famiglia dell’ingegnere cagliaritano. Una lettera rivolta anche alla presidenza del Consiglio dei ministri, alla Regione e al ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale. Un sos firmato dai genitori: “Per far sì che nostro figlio possa trovare posto in aereo per poter rientrare a Cagliari, dove si trova la moglie, che è in stato di avanzata gravidanza a rischio ed è ricoverata all’ospedale ‘Brotzu’ di Cagliari”. Nel frattempo l’ingegnere stava iniziando a perdere fiducia . “Nostro figlio – scrivono i genitori dell’uomo – si sente abbandonato da chi dovrebbe preoccuparsi, soprattutto, del benessere di tutti gli italiani che risiedono in un paese straniero”.

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