La Sardegna rimane ancora in zona rossa. La bozza dell’ultimo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità rileva che cinque Regioni (contro otto della settimana precedente) hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Oltre alla Sardegna ci sono anche Basilicata, Sicilia, Toscana e Valle d’Aosta. La Sardegna, rileva il monitoraggio, ha una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3. Due Regioni (Sicilia e Valle d’Aosta) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo uno.
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Per quanto riguarda le altre Regioni, nella bozza del monitoraggio si osserva “un’ulteriore diminuzione del livello generale del rischio”, con una Regione (Calabria) che ha un livello di rischio alto (contro 4 della scorsa settimana). Sedici Regioni, contro 15 della scorsa settimana, hanno una classificazione di rischio moderato (di cui 4 ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e tre Regioni (Abruzzo, Campania, Veneto) e una Provincia Autonoma (Bolzano) che hanno una classificazione di rischio basso. Lo evidenzia la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute. I dati sono relativi alla settimana dal 5 aprile al 14.
Lo scenario di tipo 3
Si entra nello scenario di tipo 3 quando il valore Rt è compreso tra 1.25 e 1.5. Con un indice così alto c’è la possibilità che non si riescano a tracciare le varie catene di trasmissione del virus e allo stesso tempo si possono registrare problemi negli ospedali con un sovraccarico di casi. I vari scenari erano stati previsti nel lungo dossier “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale” che era stato stilato da Istituto superiore della sanità e Ministero della Salute nel periodo del premier Conte. Nel dossier vengono anche previste, per lo scenario di tipo 3, alcune possibili limitazioni, con lockdown temporanei in alcuni Comuni, chiusure di attività dove c’è più rischio di contrarre il virus. Le eventuali misure possono essere decise a livello locale, con un criterio discrezionale.
