“Così cade a pezzi il gioiello del G8”: Gian Antonio Stella denuncia il degrado a La Maddalena

Architetture costose e mai utilizzate, un porto turistico inaccessibile, la bonifica delle acque ancora lontana: tragica sorte per La Maddalena, gioiello naturalistico nel cuore del Mediterraneo.

A sottolineare ancora una volta il degrado in cui versa l’isola è oggi il Corriere della Sera con un articolo in prima pagina firmato da Gian Antonio Stella. “Cosa sarà di tutto quel complesso che fu bellissimo – si chiede il giornalista che nel 2007 ha pubblicato “La Casta”, inchiesta scritta a quattro mani con Sergio Rizzo – e bellissimo potrebbe tornare a essere, ma è abbandonato al vento, alla polvere, agli sterpi?”.

L’isola del Nord Sardegna avrebbe dovuto accogliere cinque anni fa i leader del G8, poi dirottati a L’Aquila dopo il terremoto, oggi è diventata emblema di sprechi e cattiva gestione. A partire dalla “bonifica fantasma”, progetto di risanamento delle acque antistanti l’ex Arsenale Militare per cui oggi ci sono 17 indagati tra cui l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, passando per il porto turistico costato 337 milioni di euro fino all’hotel e al grande centro congressi: una città a cinque stelle abbandonata e spettrale in balia di vento, salsedine, pioggia. Nessun intervento di manutenzione per ora finché non sarà risolto il contenzioso milionario tra Stato, Regione e la società Mita di Emma Marcegaglia che avrebbe dovuto gestire le strutture turistiche nell’isola.

“Quello che più fa salire il sangue al cervello – conclude Stella – è l’edificio futuristico del ‘Main Center’ che doveva ospitare le personalità più illustri del mondo: le spettacolari vetrate sui fianchi erano coperte da una specie di alveare, un grande merletto di vetro e acciaio voluto per dare un po’ d’ombra e trasparenza stanno giorno dopo giorno sgretolandosi”. Tanto da suscitare l’ira di Stefano Boeri, l’architetto milanese che ha ideato il centro congressi: “Uno schifo, lo vedo e sto male. Sono pazzi a lasciarlo finire così”.

Francesca Mulas

( immagine da modulo.net)

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