Coronavirus, 26 casi positivi a Ossi: ospiti e operatori della casa di riposo

Sono 26 le persone positive al coronavirus – 13 ospiti e altrettanti operatori – nella casa di riposo Villa Gardenia di Ossi. Lo comunica il sindaco, Giovanni Serra, che con una lettera ‘disperata’ inviata al prefetto di Sassari, alle Unità di crisi regionale e locale per la gestione dell’emergenza Covid-19, e alla Protezione civile, chiede interventi immediati per evitare che da quel focolaio il contagio si estenda a tutto il paese, dove sono già stati registrati altri 11 casi di positività al coronavirus, e diverse persone sono in isolamento fiduciario a domicilio.

Già tre giorni fa , quando si erano scoperti i primi due casi a Villa Gardenia, il sindaco si era rivolto alle autorità sanitarie per chiedere tamponi e misure di sicurezza. Oggi sono arrivati i risultati dei test, con 13 ospiti positivi su 54 e 13 operatori sanitari su 30. “La situazione sta diventando ingestibile per la salute degli ospiti e di chi quotidianamente li assiste. Mancano infatti le condizioni minime per assicurare una gestione tale da evitare un ulteriore dilagare del Coronavirus sia all’interno che all’esterno della struttura”, scrive il primo cittadino.

“Si chiede di volere procedere ad assegnare a detta struttura medici ospedalieri o dell’Esercito e infermieri professionali che possano valutare le condizioni generali dei pazienti, le eventuali prescrizioni antivirali, l’eventuale dimissione degli ospiti, qualora risultino negativi alle indagini sanitarie, per l’accoglienza presso i loro parenti. Si sollecita un intervento immediato, stante la gravissima situazione che si è manifestata e che non accenna ad arrestarsi senza interventi professionali qualificati” conclude il sindaco di Ossi.

La Cisl Fp di Sassari si unisce alla richiesta di aiuto del sindaco per fermare il contagio di Covid-19 nella casa di riposo. “Tutti gli anziani delle Case di riposo e altre realtà simili risultati positivi al tampone debbano essere immediatamente trasferiti nei Covid Hospital, oppure nelle unità operative dedicate. Bisogna fare subito ed in fretta, è inaccettabile continuare ad assistere alle morti annunciate all’interno di strutture che, per loro natura, non sono in grado di garantire un’adeguata assistenza sanitaria necessaria per questo tipo di patologie”, sostiene il segretario territoriale, Antonio Monni.

“Per quanto concerne gli operatori sanitari e di supporto esposti al contagio, sollecitiamo ancora un volta le autorità competenti affinché, così come disposto dai vari decreti ministeriali, individuino soluzioni abitative di tipo alberghiero da destinare al personale risultato positivo al tampone, nei casi in cui si trova impossibilitato ad osservare il periodo di quarantena nel proprio domicilio, in modo tale da evitare il diffondersi dell’epidemia a danno dei familiari conviventi”.

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