Antimilitaristi indagati, “Accuse inaudite: Pigliaru prenda posizione”

“Inaudite le accuse rivolte ad alcuni militanti cagliaritani del movimento contro l’occupazione militare delle Sardegna”: lo scrivono in un comunicato Enrico Lobina, consigliere comunale a Cagliari, oggi candidato-sindaco di Cagliari Città Capitale, e Nicola Calledda, suo collaboratore, da sempre contrari alla presenza di basi e poligoni nell’Isola. “Oltre al vilipendio nei confronti delle forze aramate, l’accusa – ricordano Lobina e Calledda – riguarda la diffusione di documenti militari non riservati ma destinati a uso interno di ufficio”. “Il punto – scrivono i due – è che abbiamo chiesto e ottenuto più di una volta i calendari ‘incriminati’ con un normalissimo accesso agli atti, adducendo come motivazione della richiesta la necessità di diffondere quei documenti,  anche e soprattutto presso i soggetti politici impegnati nella lotta contro le basi. E gli uffici preposti  hanno sempre fornito la documentazione senza mai fare menzioni a particolari segretezze o riservatezze”.

Ecco perché, continuano Lobina e Calledda, “le accuse rivolte agli attivisti hanno il sapore di un attacco alle ultime riuscite sortite del movimento antimilitarista sardo”.

“Siamo poi stupiti – continuano – che la stampa abbia parlato di talpa del Co.mi.pa (Comitato Paritetico sulle servitù militari), quando lo scambio di documentazione è avvenuto all’insegna dell’ufficialità e della trasparenza”. Oltre ai compiti di tipo ispettivo e consultivo, si può attribuire al Comitato paritetico la funzione di diffondere il più possibile le informazioni sulle attività militari utili alla popolazione per praticare l’autotutela. La Regione Sardegna dovrebbe stare lì dentro per rappresentare gli interessi dei sardi, anziché quello delle forze armate. E la tutela di questi interessi richiede anche la divulgazione delle informazioni relative alle operazioni condotte dai militari”. Non è un mistero che “i poligoni, insieme alle altre numerose servitù ed installazioni militari presenti sul nostro territorio, diffondono sostanza tossiche che aumentano le malattie delle persone e degli animali e depredano quantità enormi di terreno, cielo e mare dall’uso civico dei sardi”.

Infine l’appello al presidente della Regione Francesco Pigliaru, affinché prenda una posizione – “non ancora pervenuta” – sulla vicenda. “Possibile che Pigliaru non senta l’esigenza di dire una parola su una vicenda di criminalizzazione di una banale diffusione delle date delle esercitazioni ufficiali sul territorio sardo?”

 

 

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