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Condizioni inumane a Buoncammino, lo Stato risarcisce ex detenuti cagliaritani

Sono stati tenuti in celle piccolissime, con poche ore d’aria e pochissimo tempo dedicato alla socialità: due ex detenuti nel carcere di Buoncammino hanno ottenuto oggi un risarcimento dallo Stato italiano per detenzione in condizioni disumane.

La sentenza, tra le prime del genere in Italia, è stata pronunciata oggi da Maria Grazia Cabitza, giudice del Tribunale civile di Cagliari, che ha esaminato il ricorso presentato tre anni fa dall’avvocato Giovanni Battista Gallus contro il Ministero della Giustizia per conto di due uomini rinchiusi a Buoncammino tra il 2007 e il 2008 e oggi liberi. Spazi troppo angusti, secondo gli ex detenuti, dove era impossibile muoversi, inferiori a quei tre metri quadri che secondo la Corte europea dei diritti umani corrispondono a uno spazio minimo vitale per la condizione detentiva.

Il risarcimento è previsto dalla legge italiana del 2014 che dopo una condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo (la famosa sentenza ‘Torregiani’ del 2013) ha introdotto un nuovo articolo, il 35 ter, nell’Ordinamento penitenziario: i detenuti ancora in carcere che denunciano condizioni tali da ledere la dignità umana, precisamente quelli di cui parla l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani (tortura, pena o trattamenti inumani o degradanti) possono chiedere al magistrato di sorveglianza la riduzione della pena, pari a un giorno ogni 10 di pena già scontata; quelli che invece si trovano già fuori dalle mura carcerarie, come nel caso deciso oggi a Cagliari, possono rivolgersi al Tribunale ordinario e avere un risarcimento in denaro, stabilito in 8 euro per ogni giorno di detenzione inumana.

I due cagliaritani sono stati nel carcere di Buoncammino, chiuso dal dicembre 2014, per 13 mesi uno e 12 l’altro. Non solo spazio vitale ristretto ma anche poche ore d’aria, appena 4 al giorno, con scarse possibilità di fare attività fuori dalla cella e condividere il tempo con altri detenuti. Il Ministero della Giustizia non è riuscito a fornire prove contrarie a quanto sostenuto dai due ex detenuti.

Da qui la sentenza pronunciata oggi a Cagliari dalla seconda sezione civile del Tribunale ordinario di Cagliari: lo Stato italiano dovrà pagare un risarcimento di 2.472 euro a uno e 2.886 euro all’altro.

Francesca Mulas

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