Condannato per abusi su una 13enne, allenatore di basket si toglie la vita

Condannato solo poche settimane fa per aver abusato di una ragazzina non ancora 13enne, non ha retto allo scandalo e si ucciso. Il gesto è di un allenatore di basket di 40 anni, residente nel Medio Campidano. L’uomo si è tolto la vita oggi nella sua abitazione. Il corpo è stato scoperto dai genitori, gli stessi che hanno subito chiamato 118 e carabinieri, ma per il 40enne non c’era più nulla da fare.

Il 7 giugno scorso era stato condannato a cinque anni di reclusione, con rito abbreviato. Davanti al Gup del tribunale di Cagliari si era difeso sostenendo che i rapporti con una sua allieva minorenne, contestatigli dall’accusa, erano stati consenzienti. Aveva anche detto di non sapere che la ragazzina avesse meno di 13 anni . Giustificazioni che non sono servite ad evitargli la condanna. Negli ultimi giorni il 40enne era diventato taciturno: usciva poco di casa e non parlava, oggi la decisione di farla finita. Nessun biglietto, a quanto si è appreso, è stato lasciato dall’uomo dopo il suicidio per spiegare il perchè del suo gesto estremo. Di sicuro la condanna e tutta l’inchiesta lo avevano molto provato, tanto che negli ultimi tempi usciva poco ed era taciturno.

Le indagini sui presunti abusi erano partite nei primi mesi del 2018 dopo una denuncia presentata dai familiari della minorenne. Nel dicembre scorso, invece, dopo aver scoperto di essere finito sotto indagine, l’uomo cercò di avvicinare la ragazzina forse nel tentativo di convincerla a ritrattare. Ma lei confermò tutte le accuse anche in sede di incidente probatorio.

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