Tempi rapidi per l’indagine parlamentare della Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito: entro sei mesi verrà predisposto l’atto di indirizzo che impegnerà il governo ad attuare le disposizioni che il gruppo di lavoro valuterà come non più procrastinabili.“Lo dobbiamo ai malati e alle loro famiglie, ma anche alle popolazioni civili che vivono in prossimità di aree contaminate”, ha precisato il presidente Gian Piero Scanu. È quanto emerso oggi, durante la prima riunione della Commissione.
Tra gli obiettivi programmatici approvati oggi, anche la revisione di servitù militari concepite oltre 50 anni fa, in un contesto geopolitico del tutto diverso da quello attuale. In particolare il presidente Scanu ha auspicato un “ridimensionamento delle servitù militari in Sardegna, anche mediante la progressiva riduzione, fino alla chiusura, dei Poligoni di Capo Frasca e di Capo Teulada e la riconversione del Poligono Interforze di Salto di Quirra”.
La riunione è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione sulle patologie che colpiscono il personale militare e avviare un monitoraggio dello stato di avanzamento degli impegni presi nel corso della precedente legislatura. A tal proposito, Scanu ha sottolineato l’opportunità di “un soggetto terzo che, per competenza e autorevolezza, possa farsi carico delle attività di prevenzione del rischio, diagnosi e cura delle patologie correlate al servizio, nonché della concessione dei benefici di natura previdenziale e risarcitoria”. In tal senso, un primo problema ravvisato riguarda “il diffuso contenzioso che finisce per trasferire nella sede giudiziaria la possibilità di avere giustizia. Troppo spesso, inoltre, le funzioni di vigilanza sulla sicurezza delle Forze armate sono indebolite dalla subordinazione gerarchica dell’organo vigilante rispetto al soggetto vigilato”, conclude Scanu.