“Clivati smantella Ottana Polimeri: finale già scritto”

Ferri corti: è questa l’espressione più adeguata per descrivere lo stato dei rapporti tra gli operai di Ottana Polimeri e il patron Paolo Clivati, ieri andato su tutte le furie durante il picchetto dei lavoratori di fronte allo stabilimento. I dipendenti hanno appurato che la proprietà sta smantellando alla chetichella pezzi degli impianti della fabbrica, che l’imprenditore bresciano gestisce insieme alla multinazionale Indorama. “All’interno dell’ex Equipolymers manca infatti all’appello palladio – si tratta del raro elemento chimico senza il quale non è possibile riavviare la produzione della plastica – per un valore di alcuni milioni di euro”, riportano fonti interne alla fabbrica. Non solo, un compressore del valore di seicentomila euro acquistato grazie ai contributi regionali è in riparazione dal mese di settembre. E il sospetto che circola tra i lavoratori è che Clivati l’abbia venduto. “Clivati vada pure via, ma non tocchi un solo bullone”, dicono oggi gli operai. “Che l’imprenditore se ne sarebbe andato era evidente già da tempo”, spiega oggi il sindaco di Ottana Giampaolo Marras. E fornisce anche le prove.

(Il video di Maura Manconi de ilmarghine.net)

“La prova del nove si trova nero su bianco nelle comunicazioni inviatemi dal Ministero dell’Ambiente – riferisce Marras – che a febbraio ha imposto all’imprenditore bresciano di adeguare l’impianto a un nutrito corpus di prescrizioni. Ebbene, Clivati nel frattempo non ha mosso un dito per mettere a norma l’impianto, anzi ha chiesto al ministero un rinvio al 31 dicembre e ha definitivamente fermato l’impianto. Insomma, l’imprenditore deve aver pensato ‘perché adeguarmi se me ne vado?’”

Ma non finisce qui. “Anche il progetto di riconversione a carbone della centrale di Ottana Energia, presentato come necessario per dare vapore e cavalli a Ottana Polimeri, rivela che già da tempo Clivati pensava di andarsene. Bloccata durante l’iter autorizzativo perché non contemplava l’utilizzo di sistemi di abbattimento degli inquinanti, la nuova centrale prevedeva un decremento della produzione di vapore da 450 a 150 tonnellate vapore all’ora”.

C’è poi la questione dell’essenzialità, il regime tariffario agevolato di cui Ottana Energia gode per fornire a Terna energia nei casi in cui si verifichino cali di tensione nella rete elettrica. “In tutto, circa otto milioni di euro l’anno necessari, a detta di Clivati, sindacati e politici, per mantenere i livelli occupazionali di Ottana Energia e Ottana Polimeri. Appare ormai chiaro che si tratta di una mancata promessa, l’ennesima”. Che porta oggi il sindaco di Ottana ad affermare che “nei piani dell’imprenditore bresciano non c’è industria, ma solo speculazione energetica”.

E d’altra parte un piano industriale per Ottana Polimeri non esiste, come emerso anche nel corso della seduta riunita dei consigli comunali di Ottana, Bolotana e Noragugume tenutasi mercoledì scorso. A precisa domanda del consigliere comunale di Ottana Riccardo Spanu ,“quale piano industriale per Ottana Polimeri?”, l’imprenditore non ha offerto nessuna risposta. Eppure l’imprenditore bresciano avrebbe di recente presentato in regione un piano per la realizzazione di bio-polimeri nello stabilimento del centro Sardegna. Ma si tratta di una storia ancora tutta da scrivere.

Piero Loi

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