Riconosciuto il nesso causale tra uranio impoverito e patologie tumorali e riconosciuta la “colpa” dell’Amministrazione della Difesa nell’aver ignorato i pericoli nell’esporre i nostri militari su teatri operativi in cui vi era stato l’utilizzo di munizionamento all’uranio impoverito. È questo il sunto della decisione della Suprema Corte ottenuta dall’avvocato Angelo Fiore Tartaglia dell’Osservatorio Militare che lanciò l’allarme venti anni fa e che a colpi di sentenze sono riusciti ad ottenere la prima decisione al mondo di una Suprema Corte in merito al riconoscimento del fattore causale e delle colpe dei vertici militari dell’epoca.
“Quella ottenuta da Tartaglia è una decisione che inchioda senza scampo alle responsabilità tutta una linea politica e di comando dell’epoca da cui pochi ne potranno uscire indenni”, si legge nella nota firmata da Domenico Leggiero dell’Osservatorio Militare. “Sono 361 i decessi, oltre 7000 i malati ed a supporto di questa decisione anche i lavori della IV Commissione Parlamentare d’Inchiesta che, al contrario delle precedenti, ha lavorato scevra da ogni condizionamento ed ha prodotto un disegno di legge bloccato dall’ultimo Governo ma ripreso da quello attuale e pronto ad essere esaminato e votato dopo le inevitabili modifiche dalle Aule di Camera e Senato. Questa decisione non potrà fare altro che aumentare la determinazione e la voglia di arrivare ad una conclusione prima che politica umana più volta mostrata dalla Ministro Trenta che sin dal suo primo insediamento ha evidenziato una sensibilità umana e politica fino ad ora sconosciuta alle migliaia di famiglie coinvolte. Più volte il presidente della Commissione Difesa della camera On. Gianluca Rizzo, già commissario nella precedente commissione, aveva sottolineato l’importanza dell’argomento e la necessità di affrontarlo nelle sedi istituzionali nonostante la forte ostilità di esponenti dell’attuale opposizione. Il supporto che offrirà la decisione ottenuta da Tartaglia e dell’Osservatorio Militare – conclude la nota – potrà questa volta essere determinante a dare giustizia e speranza alle migliaia di militari che operano per la pace nel mondo”.