Cassa integrazione e via 80 lavoratori. Rwm: “Colpa del blocco di commesse”

La Rwm, azienda di Domusnovas che produce bombe, “costretta” a non rinnovare il contratto a tempo determinato a circa 80 lavoratori – che si vanno a sommare agli altri 110 a cui non è stato possibile dare continuità lavorativa da ottobre 2019 – e a mettere in cassa integrazione altri 90 dipendenti dal primo agosto, con possibilità di estensione del periodo. Lo ha annunciato la stessa società con un comunicato stampa in cui attribuisce la responsabilità del periodo di crisi aziendale al blocco dei contratti internazionali.

“È una constatazione amara quella di avere contratti importanti, che potrebbero dare lavoro a centinaia di persone ed essere obbligati a rimediare agli effetti del loro blocco non rinnovando i contratti a termine e ricorrendo alla cassa integrazione”, ha dichiarato Fabio Sgarzi, amministratore delegato di Rwm Italia. Alla fine di luglio 2020, termineranno tutte le produzioni inerenti ai contratti in essere e da quella data a Domusnovas non si svolgeranno regolari attività produttive, se non brevi e saltuarie.

Il 29 luglio dello scorso anno la Rwm Italia fu oggetto del provvedimento di sospensione delle licenze di esportazione per bombe d’aereo verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. “Fu l’unica società italiana a vedere interrotta l’esecuzione di contratti in corso, operativi sulla base di regolari autorizzazioni”, sottolinea l’azienda.

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Il provvedimento fu preso in seguito ad una mozione parlamentare del precedente Governo che vieta la vendita di bombe d’aereo e missili all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti, fino a quando non ci sia un progresso significativo del processo di pace nell’area. “Da allora, l’azienda, con la collaborazione dei sindacati si è sempre adoperata per dare continuità lavorative alla maggior parte dei dipendenti. Con un grande sforzo organizzativo è stato rivisto il programma di produzione, anticipando tutte le lavorazioni possibili, e collocando una parte dei lavoratori in altri settori o nello stabilimento di Ghedi”, spiegano i vertici.

“Nell’ultimo anno, l’attività commerciale per l’acquisizione di nuove commesse si è fatta sempre più difficile, per la crescente mancanza di fiducia nella possibilità della nostra società di onorare i contratti firmati, a causa della sospensione delle licenze di esportazione decisa dal Governo – si legge ancora nel comunicato -. La situazione, si è ulteriormente aggravata, da marzo 2020, per l’emergenza Covid-19, la quale, causando la riduzione della mobilità globale ha rallentato notevolmente le attività commerciali e la conclusione di nuovi contratti, soprattutto all’estero”.

Dai dati forniti dall’azienda, “l’87 per cento dell’attuale portafoglio ordini di Rwm Italia, che prevedono attività produttive nell’insediamento di Domusnovas, è non producibile, in quanto relativo ai contratti sospesi con Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Del restante 13 per cento di ordini eseguibili, nessuno proviene dallo Stato italiano e nulla di significativo finora è in vista o in discussione”. In ogni caso, prosegue la Rwm, “per assicurare futuro all’azienda, proseguiranno, con il pieno sostegno del Gruppo, gli investimenti per i nuovi impianti, con l’obiettivo di completarli prima possibile per agganciare al momento giusto la ripresa”.

E poi l’appello: “Rwm Italia non vuole abbandonare Domusnovas. Ma la Regione e lo Stato dovranno fare la loro parte. Un intervento del Governo, come in altre zone di crisi del Paese è ancora più urgente in una regione come la Sardegna che sta scontando da anni una gravissima crisi occupazionale, acuita quest’anno dal tracollo dell’industria turistica”, si sottolinea.

“Non ci arrendiamo “- ha assicurato Sgarzi – “anche in un momento assai difficile. I lavoratori devono essere certi che questa situazione, per la Società, non è motivo di sconforto, al contrario: con maggiore determinazione del solito, non lasceremo nulla di intentato, per superare, al più presto e a testa alta, gli ostacoli che l’Azienda con i suoi lavoratori e le loro famiglie si trovano, loro malgrado, ad affrontare”.

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