Caso Becciu, la consulente si difende: “Sono finita in uno scontro di potere”

“Il sottoscritto sua eccellenza Angelo Becciu, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di stato, dichiara di conoscere la signora Cecilia Marogna e di riporre in lei fiducia e stima per serietà della sua vita e della sua professione. La signora Marogna presta servizio professionale come analista geopolitico e consulente relazioni esterne per la Segreteria di Stato-sezione Affari generali”.

È il contenuto della lettera di referenze firmata dal cardinale di Pattada, per la consulente sarda Cecilia Marogna, ormai definita da tutti “la dama del cardinale”. Il documento, pubblicato oggi dal quotidiano ‘La Verità‘ riporta una data antecedente ai primi bonifici eseguiti dagli uffici del Vaticano a un conto in Slovenia intestato a una società, la Logsic, di cui deteneva il 100 per cento delle azioni proprio Cecilia Marogna.

LEGGI ANCHE: Caso Becciu, la Dama del Cardinale: “Denaro per missioni e consulenze”

Quattro invii di denaro per complessivi 500mila euro che la consulente finita nella bufera giustifica sia ai giornalisti de La Verità che ai colleghi del Corriere della Sera. La società slovena è stata costituita nel 2018 con un capitale di 7.500 euro, nei conti bancari non risultano movimenti, il bilancio 2019 non è stato ancora presentato ed ha come ragione sociale ‘operazioni umanitarie’. Cecilia Marogna intervista dal Corriere conferma di “aver costruito una rete di relazioni in Africa e Medio Oriente per proteggere Nunziature e Missioni da rischi ambientali e da cellule terroristiche”, tutta l’attività, secondo quanto affermato dalla consulente, sarebbe stata svolta per conto del cardinale Becciu.

LEGGI ANCHE: Caso Becciu, c’è la Dama del Cardinale: shopping di lusso dalle casse vaticane

Il denaro, quindi, sarebbe servito per le attività richieste dal Vaticano. Ma secondo quanto riportato da La Verità, la lettera di referenze sarebbe stata usata dalla Marogna anche come garanzia con una agenzia immobiliare per cambiare casa. Sul fronte del denaro speso per acquistare borse e poltrone di lusso, la consulente replica: “Una persona con il suo compenso può fare ciò che vuole – nel budget di mezzo milione era compreso anche il mio stipendio che non era determinato. Posso dire che probabilmente sono creditrice verso il Vaticano anche se posso avere speso 200mila euro per me”. Infine la Marogna alza il tiro e dice ai giornalisti del Corriere di considerarsi un “pacco bomba”.

“Sono diventata oggetto di contese per vicende al di fuori delle mura Vaticane. I grossi interessi girano lì. I bonifici a me sono piccole cose nell’ambito di uno scontro di potere molto più ampio, che ha già visto cadere molte teste e che è solo iniziato tra le fazioni che si oppongono a papa Francesco”.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share