Carceri, la denuncia di Uil Pa: “Penitenziari sardi al collasso”

“Anziché potenziare le colonie agricole di Isili, Is Arenas e Mamone con invio di agenti per un aumento proporzionale al numero dei detenuti da impiegare in attività lavorative, il governo ha deciso di ammassare i detenuti nelle case circondariali sarde trasformandole in luoghi di mera contenzione per detenuti aggressivi, psichiatrici ed impermeabili ad ogni attività risocializzante”. Così il segretario regionale della Uil Pa, Michele Cireddu, denuncia la situazione dei penitenziari sardi dopo la visita del sottosegretario della Giustizia, Gennaro Migliore. “Il sottosegretario – sottolinea il sindacalista – ha potuto constatare le pessime condizioni in cui versano diverse realtà isolane, ha potuto toccare con mano la carenza di 428 unità di organico nella Polizia penitenziaria”.

Cireddu elenca anche le problematiche dei penitenziari sardi: “Nel carcere di Uta continuano a pervenire detenuti che in altri istituti si sono resi responsabili di aggressioni a danno degli agenti, e uniti a quelli psichiatrici già presenti creano un mix esplosivo. Sono quotidiani gli eventi critici come i tentativi di suicidio e le aggressioni a danno degli agenti ma anche fra detenuti, le dinamiche stanno creando situazioni di tensione ormai al limite della sopportazione umana. Non si discosta la situazione nell’istituto di Sassari dove la carenza di 128 unità di Polizia penitenziaria impedisce di fronteggiare in maniera adeguata i numerosi eventi critici. La grave carenza organica è una costante anche degli istituti di Oristano, Tempio e Nuoro. Non va meglio l’organizzazione delle colonie agricole, emblematico Isili dove il personale è costretto a effettuare anche 12 ore di fila contro ogni normativa per sopperire alla carenza organica”. La Uil Pa chiede “al sottosegretario azioni concrete per integrare le 428 unità mancanti nell’organico”, e se non dovessero esserci risposte annuncia azioni di protesta.

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