Dopo il via libera del Piano di Unioncamere, votato a maggioranza ieri a Roma dall’assemblea nazionale, l’accorpamento della Camera di Commercio di Nuoro a quella di Sassari sembra decisa. Ma Nuoro non ci sta ed è pronto anche ad un eventuale ricorso al Tar. La proposta del Piano di razionalizzazione delle Camere in Italia potrebbe diventare legge in due mesi con un decreto del Governo. Ma a Nuoro è alta la protesta: “E’ una decisione contraria alla norma – insorge il presidente dell’ente camerale, Agostino Cicalò -. A questo punto la partita è in mano al Governo e faremo tutte le pressioni possibili affinché emendi la parte che riguarda Nuoro e lo approvi secondo i criteri di legge. Se non lo farà impugneremo il decreto davanti al Tar”.
Secondo Cicalò, infatti, Nuoro al pari di Sondrio dovrebbe avere una deroga all’accorpamento: “Sono le uniche due città italiane che possono restare autonome nonostante il numero delle imprese iscritte sia al di sotto delle 75mila, numero imposto per legge”. “La deroga è prevista per le Isole e per i territori montani, penalizzati da scarsa infrastrutturazione e dalla situazione dei trasporti – spiega Cicalò -. Ma mentre Sondrio ha avuto la deroga noi non l’abbiamo avuta per una questione di opportunità: se Nuoro dovesse rimanere autonoma, si dovrebbe accorpare Sassari a Cagliari e Oristano e l’assemblea ha ritenuto che questa soluzione sarebbe stata inopportuna”. “Su questa decisione non intendiamo abbassare la guardia – sottolinea Cicalò -. Facciamo un appello alla Regione e ai parlamentari sardi, affinché ci diano una mano col Governo per emendare questo Piano, che conceda l’autonomia della camera di Commercio nuorese così come previsto dalla norma, diversamente sarà battaglia legale”.