Calcioscomesse, partite truccate in serie D e Lega Pro. Coinvolta la Torres

Nell’elenco delle 30 squadre coinvolte a vario titolo in un giro di calcioscommesse con incontri truccati in serie D e Lega Pro c’è anche la Torres di Sassari. Questo secondo la nuova inchiesta “Dirty Soccer” sul calcioscommesse in Italia, della Direzione antimafia di Catanzaro, guidata dal Procuratore Antonino Lombardi. Dall’alba è in corso una maxioperazione della Polizia di Stato che sta eseguendo decine di fermi (circa 50) in nei confronti di calciatori, dirigenti, presidenti di club e una rete di scommettitori italiani e non solo (russi, maltesi, cinesi, serbi e kazaki). Gli indagati sono oltre settanta: l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Dietro ci sarebbe l’ombra lunga della ‘ndrangheta, ad alcuni viene infatti contestata aggravanti mafiose e transnazionali. 

Le partite sarde. Tre in particolare  le partite della squadra che sarebbero state  condizionate, tutte giocate lo scorso anno: 2014 Tra gli arresti anche l’ex direttore sportivo della squadra del Nord Sardegna, Enzo Nucifora. L’avvocato in arrivo dall’Abruzzo aveva rassegnato le dimissioni qualche mese fa, a gennaio, tra i motivi: “La stanchezza di varcare il mare”. Il tecnico, 68 anni, era stato un anno in Sardegna e aveva inanellato una serie di vittorie, aveva in un certo senso risanato la posizione della Torres. In una situazione definita dallo stesso Nucifora “disperata”. Non è l’unico coinvolto del club turritano: tra i dirigenti c’è il presidente Domenico Capitani e l’ex allenatore Costantino Francesco Massimo, esonerato a novembre. E per conto della società parla il presidente Capitani attraverso una nota ufficiale.

Leggi le reazioni:

Torres nella bufera, il presidente Capitani: “Massima serenità sull’inchiesta”

Calcioscommesse, coinvolti i vertici della Torres. Sanna, sindaco di Sassari: “Chiarire subito”

 

Tra i fermati anche Ninni Corda, nuorese, attualmente allenatore del Barletta.

In corso le perquisizioni nelle sedi dei club, anche nelle case dei coinvolti che, secondo l’indagine, si sarebbero associati per truccare le partite e guadagnare illecitamente. Le due distinte organizzazioni scoperte, una operante in Lega Pro e una in serie D, erano in grado di alterare i risultati e investire denaro nel giro delle scommesse, sia in Italia sia all’estero. Centinaia di uomini  della Polizia stanno operando in 20 province in Calabria, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Toscana, Liguria, Veneto e Lombardia.

La lista delle squadre. Sarebbero decine le partite pilotate dalle squadre. Tra cui figurerebbero: Pro Patria, Barletta, Brindisi, L’Aquila, Neapolis Mugnano, appunto la Torres, Vigor Lametia, Sant’Arcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas, San Severo.

La ‘ndrangheta e le intercettazioni.  L’inchiesta ha preso il via grazie alle intercettazioni di Pietro Iannazzo, ritenuto elemento di vertice dell’omonima cosca che opera a Lamezia Terme, arrestato giovedì scorso in una operazione della polizia contro la ‘ndrina.  Il presunto capo-bastone dell’omonima cosca intratteneva rapporti direttamente con i presidenti delle società di calcio per alterare i risultati. E grazie alle intercettazioni di alcuni colloqui di Iannazzo gli investigatori hanno ricostruito il giro di calcioscommesse.

Il Pm. Un “nuovo romanzo criminale” i cui attori arrecano “danno economico, si fanno beffa delle passioni di quanti seguono la propria squadra del cuore e ledono gli investimenti di denaro e speranze che impegnano le famiglie dei ragazzi che si affacciano al mondo del calcio”. Lo scrive il pm nel decreto di fermo Dirty soccer. “Un mondo malato, quello del calcio – prosegue il magistrato – gestito dagli indagati, dove la fragilità di giocatori, sedotti dal mito del guadagno rapido e facile, ovvero dalla prospettiva di ingaggi con altre squadre, si intreccia con la spietatezza di scaltri dirigenti sportivi e con la criminalità organizzata, passando attraverso l’indifferenza delle società calcistiche. Il dato più raccapricciante che emerge è quello consistente nell’amara quanto palese constatazione di cosa sia diventato lo sport calcistico gestito dagli indagati, in cui emergono palesemente le condotte di tali direttori sportivi, presidenti e manager calcistici che ormai concepiscono la gestione delle proprie società o di quelle da acquisire di volta in volta, esclusivamente come una ‘fonte di reddito’ derivante dalle scommesse che essi stessi piazzano e fanno piazzare sulle partite che sono stati in grado di truccare”.

 

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