Cagliari invecchia e perde abitanti. La fotografia della città nell’annuario pubblicato oggi

Cagliari invecchia. E, soprattutto, si spopola. Dal 2000 al 2011 cala la fascia dei residenti dai zero ai sessantaquattro anni, mentre aumentano gli ultrasessantacinquenni. Sono alcuni dei dati dell’annuario statistico ‘Cagliari in cifre 2011’ consultabile sul sito istituzionale del comune. “Un viaggio dentro i numeri della città – si legge nella presentazione del vicesindaco Paola Piras – numeri  che fotografano il sistema occupazionale, di crescita, di welfare e ci aiutano a tracciare le conseguenti, necessarie strategie di governo. Ma anche informazioni che consentono ai cittadini di riflettere, capire e formulare giudizi. Un vero e proprio libro aperto sulla città, sulle sue risorse e sulla sua fragilità; sulle simmetrie e asimmetrie”.

 

Nel 2011 i residenti a Cagliari sono passati da 171.035 a 156.289, con una perdita dunque di circa quindicimila abitanti. Il saldo sarebbe stato anche più pesante se non ci fossero stati gli stranieri: i non italiani nel 2000 erano 1.577, un anno dopo sono diventati quasi seimila. La comunità più numerosa è quella dei filippini: 1.306. E pensare che tredici anni fa erano appena 244. Il turismo era in costante ascesa sino al 2010, ma il 2011 è stato l’anno del crollo: 14mila arrivi e circa 5mila presenze in meno rispetto ai dodici mesi precedenti nelle strutture alberghiere ed extralberghiere cittadine. I turisti esteri arrivano principalmente da Francia, Spagna, Germania, Regno Unito e prediligono la sistemazione in alberghi da quattro e cinque stelle.

Dati sostanzialmente invariati per il verde pubblico nell’ultimo triennio: poco più di 50 milioni di metri quadri tra parchi urbani, giardini scolastici e orti botanici. E cresce, sempre nei tre anni 2009-2011, la sensibilità ambientale con una crescita (leggera) della raccolta differenziata.

Buono il dato sulle imprese attive iscritte al registro della Camera di commercio di Cagliari: 16.500 nel 2008, 20.763 nel 2011. Sale, però, anche la quota degli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail: da 2.153 a 2.470 casi.

In crescita, rapportate al 2010, le spese per abbigliamento e calzature, abitazione, acqua, energia e combustibili, servizi sanitari e spese per la salute, trasporti, istruzione e servizi ricettivi e di ristorazione.

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