Un detenuto nepalese di 40 anni, ospitato nel Centro Diagnostico Terapeutico del carcere di Buoncammino, rischia la vita. Lo denuncia Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”. “Si tratta – scrive in una nota – di un cittadino disabile privato della libertà e assegnato al regime di alta sicurezza, malgrado le diverse problematiche sanitarie non facilmente gestibili in un centro diagnostico come quello cagliaritano, ormai peraltro in dismissione”.
L’uomo è “affetto da una rara forma di talassemia, che fa registrare attualmente il livello di emoglobina nel suo sangue a 3.3, mentre – sottolinea la Caligaris – una condizione accettabile ne prevede non meno di 10″. Per l’associazione “è urgente il suo trasferimento in una struttura ospedaliera per detenuti in grado di monitorare costantemente la gravissima anemia e intervenire opportunamente”. Tra i nosocomi dove “esistono strutture ospedaliere idonee ad affrontare con strumenti adeguati problematiche sanitarie complesse” ci sono il “Sandro Pertini” di Roma, il “San Paolo” di Milano o l’ospedale “Belcolle” di Viterbo. La presidente Caligaris spiega che l’uomo “utilizza una carrozzina non potendo reggersi sulle proprie gambe. E’ inoltre celiaco e affetto dalla sindrome di Asperger, una malattia che ne condiziona i comportamenti sociali generando gravi problemi di piantonamento e monitoraggio”.
L’associazione lancia infine un appello affinché “la struttura penitenziaria di Macomer non deve essere chiusa ma inserita in un progetto riabilitativo e di riallocazione sociale dei detenuti. Deve diventare un centro penitenziario specializzato utile alla prevenzione sociale e al recupero di chi ha sbagliato”. Per la Caligaris “il Ministero deve rivedere il sistema penitenziario della Sardegna alla luce di un’impostazione non afflittiva, ma di reale reintegrazione sociale e nell’ottica della territorialità della pena”. Le megastrutture di recente apertura come Massama e Bancali “stanno evidenziando numerosi limiti soprattutto perché accolgono detenuti in regime di alta sicurezza provenienti prevalentemente dalle aree del Paese maggiormente esposte a fenomeni mafiosi. La Casa Circondariale di Bonu Trau, come quella di Iglesias, proprio per le dimensioni, – conclude – si prestano maggiormente a ospitare persone private della libertà da sottoporre a trattamenti specifici”.