Caffè Alzheimer, per non lasciare solo chi si prende cura dei più bisognosi

Uno spazio d’incontro informale per sostenere, in un’atmosfera intima e serena, i parenti e le altre persone che tutti i giorni si prendono cura di un paziente affetto da Alzheimer o da un’altra forma di demenza senile.

Parte il 15 marzo da CarboniaCaffè Alzheimer itinerante. L’arte di non farsi solo”, un progetto ideato da GeRoS (associazione Onlus specializzata in servizi e ricerca in Gerontologia e Psicogeriatria), che sino a ottobre si sposterà anche nei territori del Campidano e del Sarrabus con tappe, rispettivamente, a Maracalagonis e Villaputzu.

L’obiettivo è quello di intercettare famigliari, assistenti e quanti hanno sulle spalle il carico di un malato di Alzheimer, per mostrare loro come affrontare, in serenità, le diverse situazioni a cui simili patologie possono mettere di fronte.

Ciascuna tappa del Caffè Alzheimer prevede un ciclo di nove incontri con cadenza settimanale: in un contesto rassicurante, tra un pasticcino, una tazza di tè e una buona musica di sottofondo, i partecipanti potranno esprimere i loro dubbi, le loro preoccupazioni, spiegare quali sono le loro esigenze ma, soprattutto, potranno capire che non devono affrontare tutto da soli. Volta per volta il team della GeRoS esaminerà i diversi aspetti legati alle demenze senili: dalla loro natura, varietà e sintomi a come affrontare le modificazioni del comportamento e della personalità che si presentano nei pazienti che ne sono affetti. Sino alla promozione di un gruppo di auto-mutuo-aiuto un po’ sul modello di quel che succedeva in passato nei paesi, quando chi si trovava ad affrontare circostanze difficili poteva contare sul supporto del vicinato.

In territori come quelli in cui l’equipe del progetto (geriatra, psicologo, neurologo, fisiatra, fisioterapista, infermiere, assistente sociale, ecc.) si muoverà non esistono servizi a sostegno dei familiari di pazienti con demenze senili, e il rischio è di affrontare il problema in solitudine. Non solo: altro pericolo è quello di andare incontro a una “sindrome da burnout”, patologia direttamente legata al forte carico di stress vissuto da chi esercita professioni d’aiuto.

Parlare di demenze senili e insegnare come affrontarle ha dunque un’importante valenza: se da un lato solleva da un peso troppo grande chi si trova a gestire queste situazioni da solo, dall’altro è un ottimo sistema di prevenzione. Recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato, infatti, che dare informazioni sulle buone prassi legate all’atteggiamento mentale con cui affrontare l’invecchiamento cerebrale aiuta a prevenire e/o rallentare il deterioramento cognitivo.

Durante le diverse tappe nei territori in cui arriverà, il Caffè Alzheimer Itinerante entrerà in contatto con diverse realtà demografiche, sociali, culturali ed economiche, registrerà informazioni di natura sociodemografica e psicologica, mediante l’uso di questionari standardizzati sulla popolazione italiana e altri costruiti ad hoc. I risultati verranno successivamente divulgati nei territori ospitanti.

Inoltre, grazie alla collaborazione della Ju film di Ignazio Dessì (azienda specializzata in produzioni cinematografiche e video), i diversi momenti dell’esperienza saranno registrati per diventare poi il materiale di un cortometraggio che documenta l’iniziativa da diffondere sia sul web che su supporti digitali.

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