Buona scuola e cattivi numeri: rinuncia al posto il 50% dei precari sardi

È l’effetto insularità della Buona scuola. Intanto arriva la smentita dei sindacati alla Firino: “I trasferimento forzati sono già 67 e non 10”.

Si scopre un effetto insularità, tutto sardo, nel Piano straordinario delle assunzioni previsto dalla Buona scuola: nell’Isola solo il 49,74 per cento degli insegnanti che potevano richiedere la stabilizzazione ha presentato domanda (fase B, scaduta il 14 agosto), a fronte di una media nazionale del 70 per cento. In numeri, 1.741 docenti contro i 3.500 aventi diritto. E sono dati ufficiali del Miur, ripetuti ieri in Consiglio regionale anche dall’assessore alla Pubblica istruzione, Claudia Firino.

Il Piano in questione è ormai più noto come “gli insegnanti con la valigia“, visto che per le assunzioni è previsto un unico listone nazionale con trasferimenti non solo da una provincia all’altra, ma anche da una regione all’altra. Da mesi, infatti, i precari della scuola sono sul piede di guerra. La giunta di Francesco Pigliaru ha aperto il confronto col ministro Stefania Giannini e ieri la Firino ha fatto notare che per i docenti sardi c’è un numero contenuto di trasferimenti forzati, “appena 10”, ha detto l’assessore.

In Consiglio è scoppiata la polemica, con l’opposizione che ha evidenziato proprio l’aspetto delle rinunce da parte di quei docenti – e sono il 50,26 per cento – che nemmeno hanno presentato domanda di stabilizzazione. E oggi sul tema sono tornati i sindacati, sottolineando che “la Sardegna, sebbene la Giunta abbia deciso di non impugnare la riforma, risulta duramente penalizzata dalla Buona scuola”.

Quel 70 per cento di media nazionale è sempre un dato del Miur. E se la Sardegna fosse stata in linea col resto del Paese, le domande di stabilizzazione sarebbero dovute essere 2.450, e non 1.741 come invece è successo.

“È evidente – spiega Gianfranco Meloni, segretario regionale della Gilda Scuola – che dietro la resa obbligata dei docenti sardi ci siano i costi enormi derivanti dall’insularità. Con 1.250 euro di stipendio, è difficile spostarsi a Milano e magari tornare a casa ogni tanto, ancora più se in Sardegna si ha una famiglia da mantenere”. Il sindacalista chiarisce anche un secondo aspetto: “Dire che la Buona scuola comporta il trasferimento di soli 10 docenti sardi è doppiamente fuorviante: quest’anno c’era intanto lo scudo delle supplenze, visto che si poteva rinunciare alla stabilizzazione accettando una cattedra a tempo, se si ha avuto la fortuna di ricevere la chiamata; e poi con la Fase C (la nuova finestra di assunzioni tra ottobre e dicembre per i cosiddetti organici funzionali), il numero dei trasferimenti è destinato ad aumentare”. I posti da attribuire sono 1.514.

E comunque dalla Cisl Scuola arriva la smentita alla Firino sul dato degli docenze fuori dall’isola. “L’assessore – dice Maria Luisa Ariu, segretaria aggiunta – dovrebbe sapere che gli insegnanti sardi costretti a trasferirsi sono 67. Ai quei 10 di cui ha parlato l’esponente dell’Esecutivo, vanno aggiunti i 57 che hanno vinto i concorsi regionali del 2012. In tutto sono stati 72, ma di questi appena in 15 hanno ottenuto una cattedra in Sardegna. Per gli altri 57 si è aperta solo la possibilità di una docenza lontano da casa”. In totale, con la Fase B agli insegnanti sardi sono state assegnati 171 cattedre, di cui appunto 104 nell’Isola e 67 fuori.

Certo è che dal 2016, quando con la riforma si entrerà a regime, lo scudo delle supplenze non ci sarà più. Ma soprattutto: i precari che non presenteranno domanda, saranno per sempre fuori dalla scuola.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

LEGGI ANCHE: Cattedre e assunzioni: una lotteria divisa in fasi. Ecco il quadro sardo

La giunta Pigliaru non impugna la Buona scuola. I sindacati: “Ci ripensi”

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