Lingua blu, i pastori sardi: “Basta coi vaccini. La Coldiretti li ha sempre voluti”

Il Movimento dei pastori sardi attacca la Coldiretti per i vaccini contro la Blue Tongue. Dal leader Felice Floris anche un appello alla Regione.

Ha dovuto aspettare più di dieci anni per avere ragione. Ma adesso che la bolla sui vaccini della Blue Tongue è scoppiata (quelle iniezioni hanno diffuso la malattia anziché combatterla, ipotizza la Procura di Roma nella maxi inchiesta con 41 indagati), Felice Floris, leader del Movimento pastori sardi, non la manda a dire: «Quanto sostengono oggi i magistrati, noi lo andavamo ripetendo dal 2000. E non solo siamo rimasti inascoltati, ma la Regione ci ha pure tenuti sotto ricatto psicologico: anche nell’ultima delibera di settembre 2013, era fatto divieto di darci gli indennizzi, se non ci fossimo piegati alla logica della vaccinazione. È ora di cambiare politica».

Presidente, che scandalo questo della Blue Tongue?

«Scandalo? È andato tutto come da copione. Prima o poi la pentola doveva essere scoperchiata. Noi del Movimento pastori sardi non siamo per nulla stupiti, anzi. Le nostre prime proteste risalgono addirittura al 2000, quando si erano divisa anche la comunità scientifica dall’altra».

Voi da che parte stavate?

«Con quanti sostenevano l’inutilità di quel vaccino. Perché non esiste imporlo senza aver fatto prima una sperimentazione. Peraltro si trattava di un vaccino vivo».

Cosa vuol dire?

«Il siero anti-virale non è costruito in laboratorio, a differenza di quello spento, ma ricavato direttamente dal virus. Ecco perché la Blue Tongue è proliferata».

In Sardegna quante pecore ci sono?

«Arriviamo a tre milioni e mezzo con le capre».

Quanti capi di bestiame sono morti per la Lingua Blu?

«Oltre mezzo milione. Logica vuole che i vaccini vengano fatti quando si è sani, non nel pieno della malattia. Ma tra ministero della Salute e Regione non hanno mai capito un granché. Noi siamo portatori di un sapere millenario, perché la Blue Tongue non si è diffusa adesso. Pecore e capre si sono sempre ammalate».

Come venivano curate?

«Da sole. Non sono animali da salotto. Sono robusti, hanno anticorpi».

In Regione è cambiata la Giunta e la Procura di Roma ha aperto l’inchiesta: ci sono le condizioni per un cambiamento nelle politiche contro la Lingua Blu?

«Noi lo speriamo vivamente. Sarebbe diabolico perseverare su una strategia che si è rivelata inefficace e fallimentare».

Cosa proponete?

«Noi chiediamo di destinare le risorse a disposizione per contrastare il proliferare dei moscerini che sono i vettori della malattia. E andrebbe debellata anche la Febbre del Nilo, che sta uccidendo i cavalli».

Con la Coldiretti vi siete sentiti?

«Loro hanno sempre sostenuto la vaccinazione».

Oggi hanno diffuso un comunicato di fuoco nel quale chiedono pene severe contro gli eventuali responsabili del vaccino killer.

«Direi che si sono mossi con troppo ritardo. Il presidente della Coldiretti, per statuto, guida anche l’Ara (Associazione regionale allevatori). Vuol dire 300 veterinari a libro paga, i quali campavano anche dalle vaccinazioni. E quando le nostre pecore abortivano, non sempre hanno ammesso che erano gli effetti collaterali della Blue Tongue. In giro è pieno di referti dove si parla di salmonella. Noi, comunque, continuiamo a guardare avanti: si pensi a bonificare i territori dagli insetti, è questa la strada giusta. Fino a ieri eravamo in solitudine. Mi auguro che da oggi in poi il nostro Movimento sia coinvolto a scrivere una nuova pagina della Sardegna, perché i pastori sono un patrimonio dell’umanità. Queste e altre epidemie vanno debellate una volta per tutte».

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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