Bimbo segregato in casa ad Arzachena: arresti domiciliari concessi ai genitori

La gip del Tribunale di Tempio, Caterina Interlandi, ha concesso gli arresti domiciliari alla coppia arrestata lo scorso 29 giugno con l’accusa di sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia. Quella notte i carabinieri del Reparto territoriale di Olbia raccolsero l’sos del figlio, un bambino di 11 anni, tenuto segregato nella sua cameretta all’interno di quella che è stata ribattezzata ‘la villetta degli orrori’, nelle campagne vicino ad Arzachena. Il provvedimento della giudice arriva a tre giorni dall’interrogatorio fatto alla coppia, assistita dagli avvocati, Marzio Altana e Alberto Sechi. Un racconto choc quello fornito dalla madre, una donna di 45 anni, la cui posizione si starebbe differenziando da quella del marito 47enne. “Non riuscivo più a fronteggiare la situazione, non sapevo come correggere i suoi comportamenti”, avrebbe dichiarato la mamma.

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Il papà, invece, si sarebbe dissociato dai metodi correttivi della moglie, ma non avrebbe mai parlato per paura che togliessero loro il figlio. Viste le risultanze degli interrogatori, la gip ha ritenuto che siano venute meno le condizioni per protrarre la misura cautelare in carcere. La notte del 29 giugno il bambino aveva telefonato ai carabinieri per chiedere aiuto dopo essere stato chiuso a chiave nella sua stanza, senza letto, senza luce e con un secchio dove fare i bisogni, perché i genitori erano andati al saggio di danza di una nipotina. Sul diario del ragazzino, ora affidato a una casa protetta e assistito da un’equipe di professionisti, sono state annotate tutte le punizioni che gli venivano inflitte per educarlo, compreso l’uso di un tubo per picchiarlo.

 

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