Beni per 3 milioni di euro sequestrati ai rom. L’operazione è partita da Cagliari

Un patrimonio da oltre tre milioni di euro che comprende conti correnti, buoni fruttiferi, quote azionarie, tre ville, auto e camper di ultima generazione. Oggi gli agenti della divisione anticrimine della Polizia di Cagliari hanno sequestrato questi beni tra Adrano, Ragusa, Milano, Roma e Verona a un gruppo di nomadi – inizialmente stanziati in Sardegna ma da tempo in Sicilia – riconducibili tutti alla famiglia di Giacomo Liotta, 57 anni, definito il re di Adrano, già finito nei guai in passato per furti, truffe, rapine, possesso ingiustificato di valori e recentemente anche per associazione a delinquere finalizzata alle scommesse clandestine. Oggi gli agenti, coordinati dal primo dirigente Gabriella Acca, hanno portato a termine il sequestro cautelare dei conti correnti e degli immobili riconducibili ai nomadi. Le indagini della Polizia sono partite lo scorso anno. Sotto i riflettori è finito uno dei figli di Liotta, Salvatore, che viveva a Quartucciu, nel cagliaritano. L’attenzione degli investigatori si sarebbe prima concentrata su alcune truffe messe a segno dai nomadi, poi si è iniziato a scavare sul loro patrimonio. E’ basato poco alla Polizia per scoprire che i nomadi ogni anno presentavano dichiarazioni dei redditi ai limiti della povertà – 1000/1.500 euro in un anno – ma erano in possesso di beni e conducevano una vita decisamente al di sopra delle loro possibilità. Utilizzando le varie banche dati, tra cui quella dell’Agenzia delle Entrate, gli investigatori sono riusciti a ricostruire gran parte del patrimonio dei nomadi: individuati libretti di deposito, buoni fruttiferi, quote azionarie di fondi comuni di investimento, polizze assicurative su Milano, Roma, Verona, Ragusa per quasi un milione e 300 mila euro. Tutti investimenti fatti negli ultimi cinque anni in contanti. Individuate tre ville ad Adrano divise in sette appartamenti, 13 auto e tre camper. Grazie alle legge 159 del 2011 la Divisione Anticrimine di Cagliari ha proposto all’autorità giudiziaria il sequestro cautelare, eseguito oggi. Ma le indagini non sono finite. Si scava per tracciare i collegamenti dei nomadi con le banche dove sono state versate le somme di denaro e dove hanno ottenuto anche ingenti fidi. E si scava anche su come l’impero sia stato costituito: non si esclude che il denaro sia stato guadagnato anche con il riciclaggio derivante dalle sommesse clandestine.

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