La trattativa è stata lunga otto ore ed estenuante, ma alla fine la cassetta con dentro i contanti per 238mila euro è uscita dal Banca di credito sardo di viale Bonaria a Cagliari. Destinatari due commercianti nuoresi che hanno vinto una lunga causa curata dall’avvocato Vittorio Delogu, lì presente insieme all’ufficiale giudiziario. Al momento il denaro finirà in tribunale e il giudice darà ulteriori disposizioni. Una storia tormentata, riportata da L’Unione sarda e da La Nuova Sardegna oggi in edicola, i cui protagonisti sono i coniugi Mura (titolari di un bar e di una gioielleria) che hanno visto le loro attività pignorate e hanno chiesto, in tribunale, giustizia. Ed è stata aperta un’inchiesta per usura, in sostanza. E due sentenze hanno dato loro ragione, la Banca è stata condannata per aver fatto pagare gli interessi sugli interessi (anatocismo, il termine tecnico). E se sotto il profilo penale c’è stata l’archiviazione, su quello civile, si è andati avanti. Fino alla restituzione di quanto pagato (più altre somme) deciso ma mai attuato dall’istituto bancario, da qui il provvedimento di pignoramento eseguito ieri.
La storia. Gli interessi sugli interessi sono stati pagati dai commercianti tra il 1990 e il 1999 per un fido bancario chiesto nel 1985 (allora Banco di Napoli, poi divenuto Banco di credito sardo). Per farvi fronte hanno aperto due ulteriori mutui ipotecari, difficili da estinguere. E così si è arrivati al pignoramento delle attività, che presto saranno vendute all’asta giudiziaria.