Atterraggio di emergenza a Olbia, il jet privato ha bucato la pista col carrello

Eccoli qua, i retroscena dell’atterraggio di emergenza che a Olbia, alle 13, ha fatto chiudere lo scalo per tre ore e mezzo, tenendo sotto scacco tutto il traffico aereo in arrivo e in partenza dal Costa Smeralda.

Il jet privato che, all’ora di pranzo, ha lanciato l’Sos alla torre di controllo, è un Cessna citation 525, un areo-taxi partito da Graz, in Austria: a bordo c’erano solo i due piloti, ovvero il comandante e il primo ufficiale.

Il jet ha avuto un guasto, segnalato durante il volo: il sistema dei freni è andato in panne e si è bloccato. Tanto che, una volta toccata terra, il Cessna si è come inchiodato al suolo, visto che il carrello, fuori uso pure quello, ha bucato l’asfalto bollente dell’aeroporto. Sono scoppiate anche le gomme, ma per fortuna il Cessna non ha preso fuoco.

Salvatore Casula, manager Geasar, la società che gestisce lo scalo, ha spiegato all‘Ansa: “Il Costa Smeralda è rimasto chiuso oltre tre ore, proprio perché il jet era affondato nella pista e la gru dei vigili del fuoco non si è rilevata sufficiente per trainarlo. Così si è reso necessario l’intervento dei tecnici della Meridiana Maintenance (costola dell’omonima compagna aerea): hanno dovuto smontare e sostituire sia le ruote che il sistema frenante”.

Quanto ai ritardi per i voli di linea, Casula ha detto: “Purtroppo smaltiremo i disagi solo in tardi serata, i passeggeri coinvolti sono circa 2.500. Tra arrivi e partenze, oltre venti voli hanno dovuto cambiare orario di decollo e atterraggi. Easy jet ha dovuto cancellare due tratte, sette arei sono stati dirottati su Alghero, sei su Cagliari, mentre due hanno dovuto toccare terra a Roma e in Corsica“.

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