Dopo il sopralluogo di stamattina all’Anfiteatro romano a Cagliari il quadro si presenta così: serve oltre un milione di euro ma i tempi sono ancora incerti anche a causa del ritrovamento di nuovo materiale da portar via come quello ritrovato in una sorta di magazzino rinvenuto tra roccia e platea: prodotti speciali con resine che richiedono particolari modalità di smaltimento. Questa mattina due Commissioni, Cultura e Lavori pubblici, sono state convocate in viale Fra Ignazio.
I lavori si sono aperti e chiusi in mezz’ora: i presidenti dei due organismi consiliari hanno sciolto anticipatamente le riunioni per le troppe discussioni e polemiche. Subito qualche problema con inevitabile battibecco dopo la comunicazione dell’impossibilita di accesso in alcune aree non considerate in sicurezza. L’incontro si è ufficialmente aperto con una domanda del consigliere Udc Gianni Chessa sui costi dell’operazione smontaggio. L’architetto del Comune Maria Luisa Mulliri stava puntualmente rispondendo alle richieste, ma poi è arrivata la sospensione e il rompete le righe.
“I buchi e la legnaia non li abbiamo fatti noi – ha detto all’uscita Maurizio Chessa – le responsabilità sono molto chiare”. La contrapposizione insomma è la solita: da una parte l’opposizione imputa a questa amministrazione la chiusura del monumento e pone dubbi sui tempi della riapertura. Dall’altra Giunta e maggioranza rispondono che la documentazione della Sopritendenza sullo stato di degrado dell’Anfiteatro lasciava pochi margini di manovra.
L’assessore dei Lavori Pubblici, Luisa Anna Marras, poco prima dell’alt, ha ribadito le priorità dell’Amministrazione: “recupero, riqualificazione, valorizzazione. Ma anche restituzione agli spettacoli adatti però al nuovo spazio”.