La proposta l’ha fatta un’azienda modenese: riempire le spiagge italiane di grandi box di plexiglass, separatori anti-contagio da usare soprattutto negli stabilimenti balnaere, dove le persone stanno molto vicine. Esattamente ciò che non si potrà fare quest’estate, perché il distanziamento sociale dovrà diventare un’abitudine della nostra quotidianità.
La società emiliana ha suggerito di realizzare in plexiglass dei cubi da 4,5 metri per lato. Alla fine spazi da diciotto metri quadri ciascuno, dove ci starebbero almeno due lettini e un ombrellone. Altezza: due metri. Ci sarebbe una porticina per entrare che deve restare chiusa. Al momento, però, la proposta non è piaciuta agli operatori balneari. Che non hanno ancora in mente come gestire i clienti. Ma i box in plexiglass sono stati liquidati come “sparata estemporanea”.
Dice Claudio Del Giudice, presidente regionale del Sib, il sindacato del settore balnerare: “Impossibile per l’Isola pensare a una soluzione con i box, con il vento che abbiamo sarebbe poco adatto. E, oltre tutto, anche pericoloso per i bagnanti. Ipotesi fantasiose. Qui bisogna pensare a delle regole comuni. Ma anche alle esigenze delle diverse tipologie di spiaggia. Un conto è il Poetto, un altro è una caletta in Gallura. Serve urgentemente un tavolo tecnico con tutti gli assessorati in qualche modo coinvolti, dai trasporti agli enti locali. Naturalmente con l’assessorato alla Sanità.
Il Sib ha scritto una lettera al presidente della Regione, Christian Solinas: “Un invito a riaprire subito le spiagge per la manutenzione, perché ora, dopo gli ultimi provvedimenti, nessuno, nemmeno da solo, può entrare nell’arenile. Ma ci sono tanti lavori da fare. Molti stabilimenti sono stati danneggiati dalle mareggiate. In altre regioni si sta intervenendo nei litorali. Noi, andando avanti così, rischiamo di farci trovare impreparati rispetto alle altre località turistiche del resto d’Italia”.