Alcoa, l’ad di Sideralloys: “Entro 8 mesi potremmo riavviare produzione”

“La partita più difficile” l’ha definita il ministro Carlo Calenda. E in effetti, a distanza di cinque anni dalla sua fermata, la vertenza Alcoa stenta ancora a trovare una soluzione definitiva. Oggi la Sideralloys Intl, la società svizzera che nei mesi scorsi ha presentato al Ministero dello Sviluppo Economico una proposta d’acquisto della fabbrica di Portovesme, ha organizzato una conferenza stampa in un albergo a Roma per chiarire le proprie strategie finalizzate all’acquisizione dello smelter. Una scelta inconsueta, proprio mentre in viale Trento a Cagliari si è tenuto un incontro Regione-sindacati.

“Entro otto mesi dall’ingresso nella fabbrica di Portovesme potremmo avviare la produzione al 30 percento con l’assunzione di 40 unità, per poi raggiungere il massimo della produzione di 155 mila tonnellate di alluminio entro 18-24 mesi, con il rientro a lavoro di tutti i 400 dipendenti”, ha dichiarato Giuseppe Mannina, amministratore delegato della società con base a Lugano. “Per la nostra esperienza in trader e commercializzazione”, ha proseguito Mannina, “quella di Portovesme, per i suoi volumi, è una produzione che deve essere rivolta più a logiche di nicchia che a quelle da multinazionale, con cui è più complesso competere. Certamente perché il nostro piano abbia successo abbiamo bisogno di infrastrutture e un prezzo dell’energia che ci permetta di competere con paesi come la Germania. In particolare, sottolinea il rappresentante della Sideralloys, ci aspettiamo che il porto di Portovesme, dopo le opere di dragaggio, possa accogliere navi con una stazza da 50 mila tonnellate. Sul fronte dell’energia siamo in attesa del decreto del Mise per i grandi energivori che attesti il prezzo fra i 19 e i 30 euro a chilowattora. A breve – conclude Mannina – è previsto un incontro con i tecnici del ministero dello Sviluppo per la valutazione del nostro piano industriale”.

Intanto i sindacati del Sulcis nei giorni scorsi avevano sollecitato un incontro con l’ufficio di presidenza della Regione, rappresentato dal capo di gabinetto Gianluca Serra, e il coordinatore del Piano Sulcis Tore Cherchi. Nell’incontro sono stati approfonditi in particolare i temi riguardanti il prezzo dell’energia, i costi del riavvio della fabbrica Alcoa, le quote a carico delle aziende di Portovesme per la bonifica della falda acquifera e l’intervento di riqualificazione del porto industriale. “Sul costo dell’energia”, riferisce Roberto Puddu, segretario della Camera del lavoro di Carbonia, “il coordinatore del Piano Sulcis è stato molto chiaro attribuendo i ritardi, accumulati fino ad oggi, al Ministero dello Sviluppo Economico”. Ad oggi infatti non esistono ancora le linee d’indirizzo necessarie a rendere effettivamente esecutivo il decreto interministeriale attuativo dell’art. 39 del Decreto Legge n. 83 del 2012, noto come “Decreto Sviluppo”. “Restano ancora da definire i costi a carico dell’Alcoa per il riavvio delle produzioni – aggiunge Puddu – come sono ancora da definire pure le quote a carico delle aziende del polo industriale per quanto riguarda la bonifica della falda acquifera. Infine è emersa una ulteriore novità per quanto riguarda il dragaggio del porto per il quale è necessaria anche una Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.)”.

I rappresentanti della Regione hanno anche informato i sindacati che in questi giorni la società che opera nel campo dell’automotive e che ha presentato una manifestazione di interesse (ma di cui ancora non si conosce il nome), sta effettuando la Due Diligence, ossia la verifica degli impianti. Mentre il fondo finanziario americano Kps, dopo aver esaminato il Data room (la documentazione contabile) non ha proseguito il percorso di verifica. Indiscrezioni sindacali confermano, invece, la notizia di una imminente presentazione di interesse da parte di un importante gruppo industriale internazionale.

Per quanto le notizie fornite dai rappresentanti della Regione siano indicative di preziosi passi avanti, i rappresentanti dei lavoratori restano molto preoccupati. “L’impegno assunto da Cherchi e Serra è che domani il presidente Pigliaru invierà una richiesta urgente di incontro al ministro Carlo Calenda”, riferisce Puddu. “È necessario intervenire al più presto sulle criticità che stanno rallentando il processo di cessione dello stabilimento Alcoa. Ma anche dare attuazione alle norme sui costi dell’energia. Attualmente la Portovesme srl, altra azienda del polo industriale, usufruisce della Superinterrompibilità, uno strumento che andrà in scadenza a dicembre. Senza quelle agevolazioni anche la fabbrica di piombo e zinco è destinata a chiudere”. C’è poi il discorso ammortizzatori sociali su cui i sindacati battono sempre. “A dicembre saranno circa 300 i lavoratori ex Alcoa che perderanno il sussidio sociale”, afferma Renato Tocco, della Uilm del Sulcis. “Non possiamo perdere altro tempo. Queste famiglie non sanno più come vivere. Il ministro Calenda deve dare seguito agli impegni assunti con i lavoratori arrivando alla definizione della partita Alcoa. I nostri pullman sono già pronti per partire alla volta di Roma se non arriveranno al più presto notizie concrete e confortanti”.

Carlo Martinelli

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