Alcoa, entro aprile accordo definitivo con Invitalia

L’ipotesi di un accordo con Sider Alloys per l’acquisto dello stabilimento Alcoa di Portovesme è in via di definizione. Lo ha ribadito il ministro Carlo Calenda alle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil in occasione del tavolo convocato nel pomeriggio al Mise al quale ha preso parte anche la Regione Sardegna. Prima però, ha sottolineato il ministro, dovrà essere perfezionata la cessione dello smelter da Alcoa a Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa che aveva il compito di fare da filtro tra la multinazionale americana dell’alluminio e potenziali acquirenti. Questo passaggio dovrebbe diventare effettivo entro Pasqua. Il ministro – riferiscono i sindacati – ha poi aggiunto che il piano industriale e occupazionale di Sider Alloys sarà oggetto di un confronto preventivo con le organizzazioni sindacali. Quanto agli 82 lavoratori rimasti senza ammortizzatori sociali, Calenda ha comunicato che il 3 gennaio scorso ha inviato alla Regione Sardegna l’accordo per stornare risorse economiche finalizzate alle politiche attive del lavoro nel territorio del Sulcis, a tutt’oggi non attuato. Infine, il ministro ha riferito dell’interessamento di altri soggetti che verranno successivamente presi in considerazione, per esempio il fondo americano Kps.

L’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras, e il Coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, hanno partecipato oggi all’incontro al Mise. “Il Governo sta dimostrando di rispettare gli impegni e di procedere con assoluta celerità per chiudere positivamente la vicenda”, ha commentato l’assessora Piras. “Condividiamo il percorso avviato dal ministro e da Invitalia e ci auguriamo che si arrivi a ottenere al più presto quel risultato per il quale la Giunta Pigliaru sta lavorando dal suo insediamento”. Soddisfatto anche il Coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi. “Il piano industriale presentato dalla società interessata all’acquisto è stato giudicato ricevibile, quindi siamo a una svolta importante. La Regione, dal canto suo, continua a portare avanti i progetti infrastrutturali che accompagneranno la ripresa dell’attività industriale, dalle azioni in campo ambientale ai lavori per l’adeguamento del porto di Portovesme”.

“E’ necessario che in aprile si produca una svolta positiva per una vertenza che riguarda non solo un’azienda ma un intero territorio”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, al termine dell’incontro al Mise. “Abbiamo preso atto positivamente che si va verso una possibile firma dell’accordo con Alcoa entro Pasqua e, allo stesso modo, che il ministro intende sottoporre preventivamente al confronto con le organizzazioni sindacali il piano industriale e occupazionale di Sider Alloys, la multinazionale svizzera interessata all’acquisto dello smelter di Portovesme”. Ottimismo anche da parte dei sindacati territoriali: il numero uno di Fiom Sulcis Iglesiente, Roberto Forresu, ha auspicato che aprile sia un mese decisivo per la vertenza, mentre l’rsu Bruno Usai ha garantito “la nostra pressione sul Governo affinché nel più breve tempo possibile si arrivi a una soluzione che permetta alla fabbrica di ripartire”. Per il segretario nazionale di Uilm, Rocco Palombella, “è apprezzabile l’impegno del Mise per la ricerca di eventuali investitori, ma gli elementi di novità emersi dalla illustrazione del ministro Calenda non ci consentono ancora di esprimere considerazioni ottimistiche sul futuro dell’ex Alcoa di Portovesme”. Palombella è convinto anche della necessità di “verificare la sostenibilità delle manifestazioni d’interesse di Sider Alloys, del fondo americano Kps e di una primaria azienda italiana del settore dell’automotive (di cui non è stato ancora reso noto il nome) giunte ad oggi al dicastero dello Sviluppo Economico”. In particolare, “bisogna analizzare in breve tempo il business plan della multinazionale svizzera. Il ministro ci ha assicurato che l’eventuale accordo di cessione verrà firmato solo dopo il confronto sul piano industriale con le organizzazioni sindacali”.

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