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Alcoa, chiesta la proroga per la cassa integrazione

Si allontana lo spettro del licenziamento collettivo per i 500 lavoratori dello stabilimento Alcoa di Portovesme: l’azienda ha chiesto formalmente la proroga degli ammortizzatori sociali per un secondo anno, come ha annunciato l’assessore regionale del Lavoro, Mariano Contu, incontrando oggi il direttore della fabbrica, Fabio Carboni, i rappresentanti di Confindustria e delle organizzazioni sindacali.

Il ministero dovrà ora valutare se ci sono le condizioni necessarie per concedere un altro anno di cassa integrazione straordinaria per i lavoratori diretti dell’Alcoa. Gli ispettori, in particolare, dovranno verificare lo stato di attuazione del piano sociale avviato dalla multinazionale Usa e previsto dall’accordo del 27 marzo 2012. I sindacati hanno chiesto all’assessore anche un intervento per i 400 operai dell’indotto in modo da evitare i 170 licenziamenti già ufficializzati dalle ditte esterne, cui si aggiungono altri 40 di cui si è saputo nelle ultime ore. Contu si è impegnato ad approfondire la loro situazione a Roma, il 6 novembre prossimo, nella sede del coordinamento degli assessorati regionali del Lavoro, e di convocare a breve Alcoa, Confindustria, Confapi, le parti sociali e le ditte d’appalto per chiarire la loro posizione.

Cauti i sindacati del Sulcis Iglesiente che chiedono “soluzioni rapide”. Il segretario della Fiom, Roberto Forresu, sollecita “una presa di posizione forte del Governo per far ripartire la fabbrica”, Daniela Piras, leader della Uil, spinge per “interventi concreti sugli ammortizzatori sociali destinati ai lavoratori dell’indotto”.

 

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