Aias, nuova mobilitazione dei lavoratori. Sindacati: “L’azienda ci sta boicottando”

Prosegue la vertenza dei lavoratori Aias di Cagliari e del Sulcis-Iglesiente con uno sciopero convocato per venerdì 26 aprile dai sindacati. Nonostante l’apertura di un tavolo da parte della prefetta di Cagliari, Romilda Tafuri, che aveva convocato tutte le parti (l’assessore della Sanità, Mario Nieddu, il direttore generale dell’Ats, Fulvio Moirano, la famiglia Randazzo – fondatrice e proprietaria delle strutture che si occupano dell’accoglienza di persone disabili e non autosufficienti – e i sindacati), la situazione non si è sbloccata.

I sindacati lamentano “l’ulteriore aggravarsi dei ritardi nei pagamenti delle retribuzioni, arrivata in molti casi a nove mensilità arretrate su dieci” e guardano on preoccupazione alla sospensione di qualsiasi attività relativo alla Sas Domos, che dovrebbe sostituire l’Aias nelle attività socio assistenziali. “Non smettono di destare indignazione e stupore l’arroganza e la pretestuosità dei vertici Aias che, con una lettera a firma dell’avvocato Enzo Pinna e della presidente Anna Paola Randazzo, hanno tentato di disincentivare i lavoratori dalla partecipazione allo sciopero proclamato per il 26 aprile da Fp Cgil di Cagliari e del Sulcis, unitamente alle organizzazioni Fp Cisl e Uil Fpl dei rispettivi territori”, scrivono i segretari regionali e territoriali Fp Cgil, Roberta Gessa, Giorgio Pintus e Giovanni Zedde in una lettera inviata all’Aias nell’ennesima querelle tra l’azienda e i sindacati che sono pronti a proseguire la protesta ad oltranza.

La Fp ricorda che alle procedure di raffreddamento precedentemente avviate “l’Aias si è sottratta e che nel confronto in Prefettura l’11 aprile scorso non ha fornito alcuna risposta positiva alle richieste avanzate dalla Fp Cgil e dalle altre organizzazioni sindacali confederali”. In questo scenario, dopo la sospensione del progetto Sas Domos imposta dal presidente Solinas, i sindacati auspicano l’auspicio che “sia proseguita e portata alla sua logica conclusione l’azione intrapresa seppur tardivamente nella scorsa legislatura, al fine di risolvere in modo positivo, una volta per tutte, per i lavoratori e per la qualità dei servizi offerti, l’annosa vertenza”. In altre parole il sindacato chiede che “sia messa al centro delle future azioni politiche e amministrative della Regione, non la tutela dell’immunità di un gruppo dirigente incapace ma la garanzia dei servizi all’utenza e la promozione di un lavoro dignitoso”.

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