Ricevono acqua già potabilizzata, non la pagano ma la fatturano ai loro cittadini. E’ l’accusa che Abbanoa lancia a 15 Comuni della Sardegna, gestiti “a bocca di serbatoio”. In pratica Abbanoa rifornisce di acqua già potabilizzata fino al serbatoio mentre la distribuzione interna è stata tenuta dai Comuni violando quanto prevede la legge sul servizio idrico integrato. Per ognuno di essi, già sei anni fa la Regione avrebbe dovuto nominare un commissario ad acta, ma non è mai avvenuto, fanno sapere dalla società di gestione del servizio idrico.
Approfittando di un vuoto normativo, i costi per la produzione dell’acqua potabile sono stati però sostenuti da Abbanoa, che ha emesso regolari fatture, ciascun anno, sulle spese per garantire ugualmente la produzione e la consegna del prezioso bene ai serbatoi comunali: se non pagassero, continuerebbero a scaricare sugli altri cittadini sardi tali costi che negli ultimi sei anni sono pesati sul Servizio idrico integrato per quasi dieci milioni di euro. Tra i Comuni debitori c’è anche Sinnai, per oltre 1,4 milioni di euro, che gestisce il servizio di distribuzione autonomamente ma riceve l’acqua già potabilizzata da Abbanoa. La Sardegna vanta un triste record a livello nazionale: la società di gestione è costretta a potabilizzare con costi esorbitanti rispetto alle altre regioni italiane, ben l’85 per cento dell’acqua distribuita perché proviene da invasi di superficie. Nel resto d’Italia si potabilizza mediamente il 30 per cento.
Le quindici amministrazioni comunali interessate sono Aggius (con un debito di 103.791,60 euro), Anela (90.988,34 euro), Bonarcado (622.022,49 euro), Bultei (184.958,84 euro, Burcei (897.512,20 euro), Burgos (399.106,56 euro), Capoterra (1.851.742,64 euro), Cheremule (137.207,11 euro), Esporlatu (21.510,21 euro), Modolo (301.466,83 euro), Nuxis (176.413,60 euro), Perfugas (1.411.987,16 euro), Sant’Anna Arresi (1.684.461,91 euro), Sinnai (1.447.442,70 euro) e Teulada (90.929,26 euro). A questi Comuni è stato inviato un avviso da parte dei legali incaricati da Abbanoa che intima il pagamento delle fatture insolute. In caso contrario, si procederà alla riduzione delle portate fornite ai serbatoi. Su fatture emesse per oltre 11 milioni di euro, ne sono stati pagati appena 1,6 milioni.