Al Tribu di Nuoro Giuseppe Biasi. Arte e nuovi linguaggi a confronto

L’estate artistica di Nuoro parte dal Tribu, con l’esposizione della più ampia raccolta esistente di lavori di Giuseppe Biasi, il maggior pittore sardo del Novecento, che comprende una larga scelta delle opere che, alla morte dell’artista, si trovavano nel suo studio, e che la Regione Sardegna comprò nel 1956.

La mostra, organizzata dalla Ilisso Edizioni con il raffinato allestimento di Antonello Cuccu, mette a disposizione dei visitatori il corpus dei lavori di Giuseppe Biasi afferenti la raccolta regionale per un totale di 220 fra opere pittoriche e grafiche distribuite nei due livelli del Tribu in un dialogo/confronto con quelle di Francesco Ciusa di cui lo spazio museale ospita la raccolta permanente.

Un percorso denso di contenuti a tracciare l’articolato processo di elaborazione identitaria che entrambi gli artisti intrapresero, primi portavoce dei valori autoctoni, che seppero esprimere nella loro intensa ricerca. Ma quando si espone l’opera del primo grande pittore realmente moderno che la Sardegna abbia avuto è facile pensare che sia ampiamente sufficiente presentarla secondo i criteri classici e codificati dell’esposizione museale.

Invece proprio la modernità di Biasi ha suggerito agli organizzatori interessanti percorsi di affiancamento e confronto con proposte artistiche attuali per dare più forza alla specificità di questo artista . Ecco il senso della presenza di alcune fra le più aggiornate avanguardie nuoresi a suggerire nuovi spunti di lettura e comprensione dell’opera dell’artista.

A Seuna Lab è dedicata una apposita sezione: Seuna Lab è un laboratorio sociale dei linguaggi contemporanei, nato da persone con storie esistenziali e creative indipendenti, che cercano di combinare in un percorso artistico condiviso e collettivo. Uno spazio di pittura, scultura e decorazione urbana che spesso agisce come un’entità collettiva che firma opere multimediali e performance, lasciando al contempo ai suoi membri tutta la libertà di percorrere strade individuali.

Poi il collettivo femminile DeSaCrè (Design, Sartoriale, Creativo Ecosostenibile), improntato sulla filosofia artistica del riciclaggio dei materiali, con un’ambientazione che rimanda visivamente al dipinto Faisha che Biasi realizzò nel 1925.

Un discorso a parte merita la collaborazione con Hipstamatic Sardinia, un gruppo facebook nato tre anni fa per condividere la passione per le foto scattate con l’IPhone e l’app ipstamatic. E’ stato fondato dal medico-fotografo cagliaritano Roberto Murgia e dalla giornalista nuorese Maria Columbu.

In occasione della mostra Hipstamatic Sardinia proporrà agli iscritti (oltre 2000 sparsi in tutto il mondo) uno speciale contest dedicato al pittore sardo. HS ha creato un gruppo dedicato esclusivamente a questo evento. Scelte alcune delle opere emblematiche di Biasi, corredate da una breve spiegazione, verrà chiesto ai membri del gruppo di interpretare Biasi e di leggerlo in chiave contemporanea attraverso l’estetica Hipstamatic.

Fra le foto che parteciperanno al contest, verrà fatta una selezione da una giuria composta dagli hipstafotografi Roberto Murgia e Simone Muresu e i lavori potranno essere occasione per l’organizzazione di ulteriori eventi.

La fotografia è, per vocazione, uno strumento atto ad osservare, indagare, interpretare. E mai come oggi è stata così popolare. L’organizzazione del contest Biasi meets Hipstamatic restituirà tante visioni fotografiche che potranno costituire un veicolo non solo di promozione internazionale dell’evento, ma anche di rilettura dal basso, secondo canoni estetici ed espressivi di questa impetuosa e un po’ narcisista hipstafotografia, di opere patrimonio della storia, ma anche della modernità, per una lettura sempre nuova e per declinare un’arte viva, partecipata ed interpretata.

Enrico Pinna

 

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