Pablo Volta e Giovanni Columbu: affinità visive

C’è qualcosa che accomuna il gesto del fotografo e quello di un regista che abbozza sulla carta le scene del suo film: la necessità di fermare un momento, di creare frammenti di vita da ricomporre, di dare forma all’intuizione, di esprimere un’idea o materializzare una metafora. Se il fotografo è Pablo Volta e il regista è Giovanni Columbu le coincidenze non si fermano all’affinità gestuale ma svelano percorsi visuali sorprendentemente ricchi di nuove letture.

Un percorso di parallelismi e rimandi ben evidente nella suggestiva mostra “Pablo Volta Giovanni Columbu. Paesaggio arcaico con figure”, allestita a Cagliari nella gallery pma in via Napoli 84, nel cuore della Marina e curata da Raffaella Venturi e Paola Mura aperta sino a sabato 17 dicembre. L’accostamento fra i due artisti svela una grammatica visuale che ha calcato le stesse strade, ha visitato gli stessi paesaggi umani aspri e arcaici, ha percorso ed esplorato gli stessi impervi territori dell’anima. Allora l’accostamento fra l’Odissea del fotografo e il Vangelo del regista di “Su Re” svela nuove letture, rivela una grammatica intima della visione, un comune sentire.

«Questa – sottolinea Raffaella Venturi nella sua presentazione – non è una mostra sulle analogie fra le fotografie di Pablo Volta e i disegni, gli appunti schizzati, la pittura di Giovanni Columbu, che è un regista che i film se li illustra, se li monta con un procedimento pittorico. È piuttosto un percorso sulle coincidenze, che qui diventano epifania, evidenza di affinità elettive, sullo sfondo di un paesaggio umano, prim’ancora che geografico, che è arcaico e archetipico».

Il fotografo italo-argentino e il regista nuorese, che a Pablo ha dedicato un film documentario, Ritratto di Pablo Volta, sono accomunati da una visione di paesaggio sardo (vissuto o rappresentato) ancestrale, ricco di atmosfere, di metafore, di archetipi. Una visione che si manifesta attraverso le coincidenze di questo stimolante incontro. Coincidenze a volte palesi, oppure da decifrare, da decodificare attraverso complessi strumenti che, talvolta, trovano supporto nelle misteriose reazioni di quella chimica della visione, che non è una scienza esatta ma il catalizzatore misterioso ed empatico di quelle affinità elettive le cui combinazioni sono spesso inattese e sorprendenti.

Enrico Pinna

 

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