La grande natura di Simone Sbaraglia all’Exma’

La grande fotografia di natura è all’Exma’ con la mostra fotografica di Simone Sbaraglia “Immagini dal pianeta terra”. Un vero e proprio pellegrinaggio estetico attraverso la natura dei cinque continenti visitabile sino al 2 marzo.

Simone Sbaraglia è un fotografo naturalista quarantenne romano, con una formazione da matematico. Dopo aver lasciato un prestigioso lavoro di ricerca negli USA, rientra in Italia nel 2005 per dedicarsi alla fotografia. Da allora viaggia costantemente nei cinque continenti per documentare la bellezza, l’armonia e la fragilità del nostro pianeta, nella speranza che possa essere preservato per le generazioni future. Ha realizzato reportage su specie ed ecosistemi a rischio di estinzione in Nord e Sud America, Europa, Canada, Alaska, Africa ed Asia.

Le fotografie di Simone Sbaraglia hanno ricevuto i più importanti riconoscimenti internazionali. Oltre al Campionato Italiano di Fotografia Naturalistica 2012, Simone ha vinto per due anni consecutivi (2012 e 2013) il Primo Premio al Nature’s Best Photography e Glanzlichter. Le sue opere sono state esposte, tra gli altri, dallo Smithsonian Natural History Museum di Washington D.C., dal Science and Technology Museum di Seattle, dalla Lennox Contemporary Gallery di Toronto. Esibizioni personali e collettive del suo lavoro si sono tenute in Italia, Francia, USA e Canada.

Simone fa spesso tappa a Cagliari dove insegna matematica nella facoltà di Economia dell’Università. «Ho scelto operare come freelance — dice — per avere la libertà di fotografare quello che mi piace senza ritmi e costrizioni fatalmente imposti dalla committenza. é oltretutto molto difficile vivere di sola fotografia naturalistica, quindi i viaggi si alternano al mio lavoro di docente universitario».

«La mia fotografia naturalistica — continua — è indissolubilmente legata al viaggio, è un logico complemento. Fuori dal viaggio perdo il bisogno di fotografare e la mia attrezzatura resta in attesa della prossima partenza. A proposito di attrezzatura, ho rinunciato al teleobiettivo, classico attrezzo del fotografo naturalista per cercare un approccio di maggiore vicinanza e confidenza con i soggetti».

Le immagini mostrano un’altra faccia del fotografo di natura. Non quello del gesto “atletico” della “adrenalina dell’attimo fuggente” della destrezza dell’immagine colta “al volo”. Piuttosto una fotografia quasi contemplativa, la logica tappa del viaggio, inteso non solo come semplice scoperta, ma come ricerca di uno stato interiore, di una introspezione, di una cura dell’animo di cui gli animali sembrano quasi i medici premurosi.

La mostra propone immagini di grande bellezza, colte in ogni angolo della terra. La danza nuziale delle Gru giapponesi, i Lemuri, le coloratissime Rane del Madagascar, gli Oranghi del Borneo, i Macachi dell’isola di Honshu che si alternano a grandiosi panorami di una terra fatalmente in pericolo.

In un mondo dove la natura è costantemente aggredita, minacciata, depredata le immagini di Simone Sbaraglia ci fanno riflettere profondamente su questa insensata corsa allo sfruttamento delle risorse e ci ricordano le parole di Toro Seduto, capo indiano Sioux:
“Quando avranno avvelenato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche”.

Enrico Pinna

 

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