FRAMMENTITRE: a Villanovaforru il particolare diventa essenza geometrica

Frammentare per il dizionario Treccani significa “ridurre in frammenti, suddividere in tante piccole parti, togliendo unità e continuità”. È tecnicamente l’operazione eseguita da  Bruno Massimo Medda, architetto e artista di Barumini, con la sua macchina fotografica. Un gesto di rottura con cui la realtà viene sezionata, polverizzata con il prelievo di frammenti di essa che appaiono trasformati ed irriconoscibili, costituendo una nuova e diversa visione.

La mostra FRAMMENTITRE di Bruno Massimo Medda costituisce l’atto Terzo di un progetto artistico più ampio in cui l’occhio dell’architetto sposa la sensibilità dell’artista in un gioco d’invenzione di geometrie e di colori isolati dal contesto e riproposti non come frammento di realtà ma come nuova  e personale percezione di essa. La mostra, composta da oltre 50 stampe fine art, visitabile sino al 24 luglio 2016 nella Sala Mostre Temporanee di Villanovaforru, presenta il progetto di destrutturazione fotografica di forme compiute e complesse alla ricerca del “particolare” che diventa nuovo oggetto, dotato di estetica, di geometria, di colore e di vita indipendente.

“In quegli scatti  — scrive Paolo Sirena, curatore della mostra — cade qualsiasi riferimento spaziale alla realtà e l’occhio non trova più appigli ai quali aggrapparsi. E’ una vertigine geometrica senza tempo né spazio. Tutto si fa concetto. Eppure le opere di Bruno Massimo Medda partono dal dato reale, anche il più quotidiano e insignificante che però lo sguardo d’artista nobilita a forma d’arte. Svelato il soggetto, ad agnizione compiuta, tutto torna in sé, rinviene lo stato attuale delle cose. Torna la normalità. È questa la parabola artistica che gli scatti di Bruno Massimo Medda fanno percorrere alla curiosità dello spettatore”.

La parte più convincente della mostra è quella tesa alla ricerca di linee e geometrie nuove. Alcuni “frammenti” riecheggiano concettualmente le prime opere di Franco Fontana con il suo trasfigurare architetture e paesaggi, con la ricerca del particolare che diventa analisi interiore, paesaggio dello sguardo. Un gioco già visto ma sempre attuale e stimolante. Il lavoro sulle architetture di Bruno Massimo Medda è uno studio di equilibri, di composizioni, di vuoti e di pieni che, forse, solo un architetto prestato alla fotografia riesce a restituire con coerenza.

Enrico Pinna

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