Cagliari sotto: al Ghetto la città sotterranea svela i suoi segreti

«È una città bellissima — scrisse di Cagliari Carlo Levi in Tutto il miele è finito nel 1964 — aspra, pietrosa, con mutevoli colori tra le rocce, la pianura africana, le lagune, con una storia tutta scritta e apparente nelle pietre, come i segni del tempo su un viso.…». Ancora oggi Cagliari, solare città d’acqua e di pietra, continua a distribuire a turisti ed abitanti luce, colori, rumori offrendo la sua storia millenaria come le pagine di un libro aperto.

Più riservata è l’altra Cagliari, quella dove luce si spegne, i rumori si fanno silenzio, i passi risuonano in echi lontani ma dove sono sempre le pietre a raccontare la storia: è la Cagliari sotterranea, quella dei tanti cunicoli scavati nel calcare, delle sue gallerie segrete e misteriose. Una Cagliari per pochi, difficile o spesso impossibile da visitare.

Se volete entrare facilmente in questa Cagliari “underground” dovete andare a visitare la mostra “Cagliari Sotto” di Marco Mattana allestita al Centro Comunale d’Arte e Cultura Il Ghetto in via Santa Croce, 18 che è stata prorogata sino al 27 marzo 2016. La mostra fotografica si compone di 85 foto in 30×45 che raccontano la storia di 27 ipogei cagliaritani.

“Le fotografie di Cagliari Sotto —  scrive da Marco Mattana nella presentazione —  raccontano una città che muta sotto le strade al pari della città “di sopra”. Cagliari sotto l’asfalto, sotto le case, sotto i nostri piedi. Un viaggio lungo millenni per scoprire la storia celata della città di Cagliari. La cultura, la religione e le necessità tengono in vita la storia delle cavità artificiali cagliaritane per millenni. Fotografie che attraversano la storia delle dominazioni della città, dai fenici agli spagnoli, passando per la Karalis dell’Impero Romano e il Castel di Castro dei pisani, per terminare con una città che cerca riparo dalle bombe degli alleati sotto la roccia”.

mat-1100378-2Marco Mattana, stampacino del ’74, fotografa dall’età di vent’anni. Di Lui ricordiamo, nel 2009, il progetto Cagliari a 360°, realizzato con il fratello Stefano, con 40 foto stereografiche della città esposte per circa tre mesi al Ghetto e poi in giro per l’isola per gli anni a seguire. Scopre ben presto la sua passione per la speleologia con il Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni Spano”, che esplora e studia il sottosuolo cagliaritano da ormai 40 anni, che è stato fondamentale supporto per realizzare questo lavoro.

Fra gli antichi muri del Ghetto si materializzano luoghi ricchi di storia e di fascino. L’Acquedotto Romano, l’ospedale di San Giorgio che fu ricovero dei degenti del San Giovanni di Dio quando questo fu colpito dai bombardamenti. I numerosi rifugi antiaerei spesso costruiti riutilizzando antiche cave o cisterne. E ancora il tunnel del Colle di San Michele e le cripte di San Sepolcro e di Santa Restituita. E tanto altro ancora.

Un viaggio affascinante in luoghi in genere proibiti e sotto stretta tutela della Sovrintendenza ai Monumenti arricchito da una eccellente fotografia. Perché il Mattana speleologo nasce fotografo e si vede. Non cerca la foto ad effetto o l’esaltazione del gesto “sportivo”, ma si concentra sul sapiente bilanciamento di luci e ombre riuscendo a far emergere dalle tenebre l’anima dei luoghi, catturare quelle emozioni impalpabili che ti fanno fare un salto nel tempo proiettandoti dentro un inaspettato universo onirico e ancestrale.

Enrico Pinna 

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